Le polveri sottili sono minuscole particelle solide presenti nell’aria, spesso così piccole da poter essere invisibili a occhio nudo. Tali particelle possono provenire da una varietà di fonti, tra cui il traffico stradale, l’industria, il fumo di sigaretta, i prodotti per la pulizia domestica e persino la pelle umana, che come sappiamo si ricambia quotidianamente con la morte delle cellule dei suoi strati più superficiali. Anche se alla luce delle loro dimensioni potrebbero in apparenza sembrare innocue, le polveri sottili possono in realtà rappresentare una minaccia per la salute umana, poiché possono penetrare profondamente nei polmoni e persino entrare nel flusso sanguigno.
Indice
Che cosa sono le polveri sottili
I pericoli legati alle polveri sottili
Come rilevare le polveri sottili
Come ridurre le polveri sottili in modo efficace
Che cosa sono le polveri sottili
Quando ci riferiamo queste polveri parliamo concretamente di un particolato atmosferico (PM10 e PM2.5) estremamente fine che può includere molte sostanze nocive per la salute: tra queste troviamo per esempio i solfati, i nitrati e i metalli pesanti. Essendo così tanto leggere queste polveri rimangono sospese in aria, entrano facilmente nel nostro sistema respiratorio finendo nei polmoni. Essendo anche in grado di assorbire gas inquinanti e vapori tossici possono evidentemente trasportare queste sostanze ad uno dei più importanti organi del nostro corpo, con effetti deleteri a breve e lungo termine.
Queste le categorie in cui le polveri sottili vengono solitamente suddivise:
- Il particolato grossolano: è composto da polveri, particelle e pollini e spore dal diametro superiore ai 10 µm (micron, ovvero un milionesimo di metro), si tratta delle cosiddette PM10
- Il particolato fine sottile: le polveri di circa 2,5 micron di grandezza (si chiamano anche PM2,5)
- Il particolato ultrafine (polvere respirabile): si tratta delle polveri di dimensioni tra gli 1 e gli 0,1 micron
La composizione di queste polveri varia moltissimo in base alla fonte che le ha generate: gran parte sono per esempio legate alle emissioni dei tubi di scappamento delle automobili, alle attività agricole e zootecniche, e possono dunque contenere materiali come idrocarburi aromatici policiclici, diossine, furani o ancora carbonio organico.
I pericoli legati alle polveri sottili
Come anticipato, la presenza delle polveri sottili rappresenta un problema di non poco conto. Trasportate dal particolato, alcune sostanze tossiche riescono facilmente a raggiungere le parti più profonde dei polmoni umani. Sono già numerosi, a proposito, gli studi che hanno messo in stretta correlazione l’ esposizione prolungata al particolato disperso nell’aria e alcuni sintomi respiratori, con delle alterazioni importanti della funzionalità respiratoria. Inalando costantemente importanti quantità di particolato fine è possibile sviluppare malattie come bronchiti, asma e nel peggiore dei casi anche tumori all’apparato respiratorio.
Tra l’altro, la situazione in Italia è particolarmente problematica: stando ai dati resi pubblici da una ricerca pubblicata su Lancet nel 2019 il nostro Paese è primo in Europa e 11° a livello globale per numero di morti legati all’esposizione alle polveri sottili PM2,5.
Come rilevare le polveri sottili
Sono attualmente a nostra disposizione alcuni dispositivi portatili conta particelle, compatti e facili da usare, che sono capaci di misurare in tempo reale la concentrazione delle polveri sottili nell’aria che respiriamo. Nella maggior parte dei casi il metodo di misurazione è granulometrico e consiste nell’aspirazione di un quantitativo di aria/gas su cui vengono effettuati la misurazione e il relativo conteggio del numero di particelle presenti nelle varie scale di misura. Alcuni dispositivi tra i più moderni sfruttano un sistema a raggi infrarossi.
Come ridurre le polveri sottili in modo efficace
Un modo efficace per ridurre la quantità di polveri sottili che respiriamo è l’utilizzo dei sistemi VMC, che permettono un ricambio d’aria costante e continuo all’interno dello spazio chiuso di un’abitazione (o del ). Tali sistemi possono essere classificati in base ai rispettivi principi di funzionamento, caratterizzati da:
- la gestione dei flussi d’aria: un sistema VMC viene definito a “semplice flusso” se presenta dei ventilatori che spostano l’aria in un’unica direzione. Sono, invece, definiti a “doppio flusso”, tutti quei sistemi VMC dove sono installati dei ventilatori dedicati ai flussi di immissione rispetto a quelli di estrazione.
- la presenza di un sistema di recupero termico: si tratta di un elemento che permette di estrarre e di sfruttare gran parte del calore dall’aria che viene espulsa.
- la tipologia di applicazione: i sistemi VMC più semplici sono chiamati “decentralizzati” se svolgono la loro funzione in un singolo ambiente. Si parla invece di sistema VMC “centralizzato”, se l’impianto gestisce contemporaneamente diversi ambienti attraverso con un sistema di distribuzione ad hoc.
Un’altra soluzione è rappresentata dai purificatori d’aria, che filtrano l’aria senza però ricambiarla, rimettendo quindi di fatto in circolo sempre la stessa aria indoor che viene così ripulita senza essere sostituita come accade con i sistemi VMC.
Ci sono inoltre una serie di accorgimenti che possiamo applicare nella vita di tutti i giorni per ridurre le polveri sottili che respiriamo: limitare l’accensione dei caminetti, evitare di fumare e circondarsi di piante “mangia smog” sono tutte soluzioni valide.