Creazioni artistiche realizzate con materiali di scarto e interventi sul territorio. Massimo Sirelli racconta il potere trasformativo dell’arte, sulle persone e sui territori.
La creatività con cui sceglie, assembla e dà nuova vita agli oggetti gettati via e con cui riesce a trasformare gli spazi urbani ha un forte impatto sociale. Massimo Sirelli è un artista visivo nato nel mondo della street art, che utilizza molti materiali di recupero per le sue creazioni e, attraverso l’arte, riesce a trasformare l’utilizzo degli spazi urbani. Comunicando in modo chiaro che attraverso la creatività vivere in modo più bello e sostenibile è possibile.
Sirelli, nel 2017 ha animato un tour di creazione artistica nelle piazze italiane. Per dire che cosa?
“L’evento era stato organizzato da RICREA, Consorzio per il riciclo e il recupero degli imballaggi in acciaio, per trasferire che non tutto quello che buttiamo è diventato inutile. Io ho girato tutte le piazze d’Italia per coinvolgere i cittadini nella realizzazione di robot costruiti con materiali di recupero. Ed è stata un’occasione fantastica per insegnare l’arte del riciclo e regalare degli spunti di creatività da poter replicare a casa. Dove troppo spesso i bambini vengono abbandonati davanti ai video, perché manca la capacità di inventare delle cose insieme. Utilizzare i materiali di recupero dà spazio alla fantasia, perché sono oggetti che hanno una storia da raccontare, contengono dei ricordi. Possono trasformarsi in uno strumento di racconto. Ho cercato di sviluppare questo concetto nel sito Adotta un robot dove è possibile ripercorrere la biografia dei robot che ho realizzato, che diventano esseri parlanti e raccontano il passato dei prodotti che li compongono. Un progetto che ha comportato un grande lavoro di ricerca delle informazioni necessarie alla ricostruzione biografica”.
Lei si occupa anche di arte urbana. Con quali progetti?
“Piuttosto preferisco parlare di land art, perché in alcuni casi ho realizzato opere direttamente sul territorio. Soprattutto in Calabria, di cui sono originario. A Catanzaro sono intervenuto su una scogliera frangiflutti con il colore, con il risultato di trasformare lo skyline della città, in continuità con il mosaico colorato firmato dall’architetto Alessandro Mendini. E non passa giorno che la barriera non venga utilizzata come sfondo per realizzare ritratti fotografici. È diventata un’opera che appartiene ai cittadini. A Sellia Marina (Catanzaro) la “Scala dell’Amore”, un’arena per spettacoli ed eventi che era stata realizzata senza alcuna sensibilità estetica, una sorta di colata di cemento, è diventata un luogo di aggregazione accogliente e amato. L’arte ha un potere trasformativo enorme. In alcuni casi anche solo un intervento con il colore riesce a cambiare la percezione di un luogo e indurre nuovi utilizzi sociali”.