Inaugurata a Shanghai nel corso della scorsa estate, Energy Vault è la prima batteria a gravità al mondo con queste caratteristiche. Si tratta di un bel passo avanti nel mondo delle rinnovabili. Da lontano, può apparire come un normale palazzo agli occhi di un profano, e invece si tratta di un accumulatore potente 25 megawatt che potrebbe segnare un traguardo rilevante nella gara per la transizione energetica.
Leggi anche: “Elettricità biologica, il futuro sostenibile dell’energia“
Batteria a gravità: un forziere di energia
Date le dimensioni della megalopoli, notarla non è facile. Anche perché chiunque potrebbe tranquillamente confonderla per un palazzo o un grattacielo, come ne esistono centinaia di simili in città. E invece si tratta di Energy Vault, una batteria a gravità di ingenti dimensioni, che promette di rivoluzionare il modo in cui immaginiamo il futuro dell’energia. Come può un accumulatore grande quanto un grattacielo offrire la promessa di un domani verde e più sostenibile?
Energy Vault, come ogni batteria di questo tipo realizzata con la tecnologia attuale, sfrutta il principio dell’energia potenziale gravitazionale.
In parole quanto più semplici possibile, si parte da un eccesso di energia elettrica, ottenibile grazie allo stoccaggio dell’accumulatore. Tutto il disavanzo energetico viene messo in circolo all’interno della batteria, per sollevare blocchi massicci di cemento, o altri pesi, tramite la messa in funzione di gru e sollevatori. Questo processo serve ad attuare una conversione: se avevamo energia elettrica, ora la rendiamo potenziale. Qualora la potenza elettrica venga meno, rilasciamo i blocchi per portare avanti una conversione in senso contrario. La caduta dei pesi aziona infatti i generatori destinati alla produzione di elettricità.
Il principio di funzionamento è questo e i vantaggi di Energy Vault sono svariati. Si tratta infatti di una soluzione flessibile ed estremamente sostenibile, dal momento che è possibile installarla in numerosi contesti, a seconda dello spazio disponibile. L’intero processo di realizzazione e messa in funzione è ecologico e duraturo. Potenzialmente anche piuttosto economico, dal momento che il costo si può ammortizzare con la cessione dell’energia accumulata nel corso del tempo.
Energy Vault, la strada della diversificazione
L’idea dello stoccaggio energetico non è certo nuova: se ne parla da decenni come di una delle più efficaci possibilità di gestione dell’energia. Eppure, non si era mai trovato il modo di mettere in atto la diversificazione, che per molto tempo è stata un vero e proprio sogno irraggiungibile. Dal punto di vista teorico, era infatti auspicabile trovare un modo di ottenere energia elettrica e potenziale dallo stesso accumulatore, così da non doverne impiegare due differenti e avere la possibilità di destinare alle nostre necessità ogni quantitativo serbato in riserva.
Prima dell’avvento di Energy Vault, le possibili soluzioni non offrivano esattamente l’imbarazzo della scelta. Oltre alle batterie tradizionali, che ben conosciamo perchè adoperiamo ogni giorno – sebbene, naturalmente, in dimensioni piuttosto contenute – era possibile ricorrere a stoccaggio idraulico, oppure tramite idrogeno. Ciò significa che era fattibile convertire l’energia in eccesso in questo elemento – e farlo sfruttando le rinnovabili, senza impattare sull’ambiente – e poi immagazzinarla fino a quando non fosse necessario utilizzarla a qualche fine.
Poi è arrivata Energy Vault. Il progetto è figlio della collaborazione tra i due giganti asiatici dell’energia, China Tianying e Atlas Renewable, aziende che sono riuscite a dar vita a EVx, il primo sistema commerciale di diversificazione. Le promesse del prodotto sono avvincenti: innovazione, sostenibilità, economicità e scalabilità. La distribuzione locale energetica in Cina potrebbe assistere a una rivoluzione, già entro il termine dell’anno, secondo la divisione marketing di Energy Vault.
Dalla pianificazione alla concretezza
I lavori esecutivi per dare vita a Energy Vault, quelli che hanno trasformato un piano disegnato a computer nella più grande batteria a gravità che il mondo conosca, sono stati avviati lo scorso giugno. La location scelta è altamente strategica. Si è infatti optato per un luogo prossimo a un parco eolico, direttamente collegato con la rete elettrica nazionale cinese. Nel giro di qualche mese, come ci si poteva attendere dai tipici tempi dell’efficienza cinese, avanzati sistemi elettronici e meccanismi di sollevamento a nastro – dunque il cuore del nucleo operativo dell’accumulatore – hanno trovato posto all’interno della batteria a gravità.
Prima di procedere con questa edificazione, era stato portato avanti un test in Svizzera. La EV1 Tower, diretta antenata del sistema odierno, aveva riportato ottimi risultati, raggiungendo un’efficienza molto alta: sopra il 75%. L’obiettivo dell’accumulatore edificato in Cina è ancor più ambizioso. Punta infatti a un’efficienza che superi la soglia dell’80%. I progettisti si dicono ottimisti, dal momento che possono contare sui risultati del test europeo, sull’implementazione di nuovi componenti e una maggiore disponibilità di spazio all’interno della batteria.
Progetti come quello di Shanghai vedranno presto la luce in tutta la Cina e sosterranno l’obiettivo nazionale della realizzazione di parchi energetici totalmente liberi dal carbonio.
Leggi anche: “Riciclo dei pannelli solari, come gestirlo in maniera sostenibile“