Parlamento e Consiglio europeo trovano l’intesa sulla proposta di modifica del Regolamento sui gas fluorurati, per arrivare alla loro messa al bando entro il 2050.
Siamo alle soglie di un accordo storico tra Consiglio e Parlamento Europeo sull’eliminazione graduale della produzione e consumo dei gas fluorurati (HFC), i peggiori killer del clima. Gas colpevoli anche di ridurre lo strato di ozono presente in atmosfera. L’intesa nasce sulla scorta della Proposta di Regolamento redatta in sostituzione del Regolamento n. 517/2014 sui gas fluorurati a effetto serra e sulla scia degli impegni sul clima assunti dall’Unione europea, che prevedono la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55 % entro il 2030 e la neutralità climatica al 2050. Riforma necessaria anche per garantire il rispetto dell’emendamento di Kigali al protocollo di Montreal sulle sostanze che riducono lo strato di ozono. Adesso la parola definitiva passa ai rappresentanti degli Stati membri in seno al Consiglio e alla Commissione Ambiente del Parlamento, per arrivare a una votazione finale prima delle prossime elezioni di giugno.
Regolamento sui gas fluorurati: cosa prevede la proposta
I diritti di produzione dei gas fluorurati assegnati dalla Commissione europea saranno gradualmente ridotti al minimo (15%) a partire dal 2036, anche se in fase iniziale l’accordo prevede di allocare quote produttive più alte, che verranno ridotte gradualmente.
Rispetto al consumo, la road map di riduzione si articolerà tra 2024 e 2049. Come precisato dalla nota ufficiale congiunta di Parlamento e Consiglio, si va verso “l’eliminazione graduale dell’uso dei gas fluorurati nei settori in cui è tecnologicamente ed economicamente fattibile passare ad alternative che non utilizzano gas fluorurati, come la refrigerazione domestica, il condizionamento dell’aria e le pompe di calore” e prevede condizioni e scadenze rigorose per i gas utilizzati per l’assistenza o la manutenzione di diversi tipi di apparecchiature. Stop totale e immediato, quindi, di messa in commercio per alcuni tipi di frigoriferi domestici, refrigeratori, schiume e aerosol. Divieto totale di gas fluorurati nelle pompe di calore monoblocco di piccole dimensioni (<12 kW) e nei condizionatori che contengono gas fluorurati con un potere climalterante maggiore della CO2 di almeno 150 volte a partire dal 2027, per arrivare ad una completa eliminazione nel 2032. Per le altre pompe di calore, il divieto totale di HFC parte dal 2035, con scadenze anticipate per alcuni tipi di sistemi che hanno un maggiore potenziale di riscaldamento globale.
La tabella di marcia potrà essere comunque rivista nel 2040, data in cui le istituzioni europee valuteranno nuovamente la situazione in base agli avanzamenti tecnologici e alle alternative disponibili per i settori industriali in cui l’eliminazione di gas fluorurati è più complessa.
Accordo sui gas fluorurati: un passo verso la neutralità climatica
I gas fluorurati appartengono – insieme all’anidride carbonica, al metano e all’ossido di azoto – al gruppo di emissioni di gas a effetto serra contemplato dall’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e rappresentano circa il 2,5% delle emissioni a effetto serra prodotte dall’Unione europea. Tra l’altro, sono diverse migliaia di volte più potenti dell’anidride carbonica (CO2).
L’intesa non è stata semplice, per gli interessi economici in ballo. Ma l’eliminazione graduale del consumo di HFC nell’Unione europea è un chiaro segnale al mercato, finalizzato ad allineare le norme all’obiettivo di neutralità climatica al 2050. Entusiastica la reazione dell’European Environmental Bureau (EEB), network di organizzazioni ambientaliste, secondo cui l’accordo sui gas fluorurati segna una delle più grandi vittorie climatiche di questo mandato dell’Unione: un vero e proprio cambio di paradigma, che spinge settori chiave come quello delle pompe di calore verso l’uso di refrigeranti rispettosi del clima.
“L’accordo rappresenta una triplice vittoria – commenta Davide Sabbadin, Deputy Policy Manager for Climate di EEB – Prima di tutto per il clima, dato che gli F-gas sono tra i principali gas a effetto serra in territorio europeo; in secondo luogo è una vittoria per l’ambiente, perché in Europa i refrigeranti sono la principale fonte di emissione di PFAS nell’ambiente per quantità, per tale motivo abbiamo osteggiato anche la nuova generazione di F-gas (HFO), che sebben climate neutral ha gravi ripercussioni in tema di inquinamento chimico; infine è una vittoria per le aziende green dell’Unione europea, che sono i principali produttori al mondo di gas naturali, alternativi agli F-gas”.
La gradualità dei divieti introdotti dall’accordo, che per il momento consente l’uso degli HFO, darà comunque tempo alle aziende che vi hanno investito di ammortizzare l’investimento e pensare a soluzioni naturali, già disponibili sul mercato.