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Inquinamento acustico spiegato ai bambini (e non)

Di cosa parliamo esattamente quando ci riferiamo all'inquinamento acustico? Ecco una semplice spiegazione per tutti, grandi e piccini.
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Siamo ormai abituati (purtroppo!) a sentire parlare di inquinamento dell’aria, del suolo e dell’acqua, ma raramente sentiamo dibattiti o leggiamo approfondimenti sull’inquinamento acustico. Eppure si tratta di un tipo di inquinamento particolarmente subdolo, in grado di avere un impatto molto negativo sulla qualità delle nostre vite. Vediamo dunque come affrontare questo problema, quali sono le cause e i possibili rimedi a nostra disposizione.

Che cos’è l’inquinamento acustico

L'inquinamento acustico è una forma di inquinamento troppo spesso sottovalutata: scopriamo insieme di cosa si tratta nello specifico.
Una cassa acustica

Si tratta di un fenomeno che sono costretti a sopportare soprattutto tutti quegli individui che si trovano a vivere nelle grandi città: stiamo parlando in sostanza di un rumore di fondo, di intensità più o meno elevata, che disturba la nostra quiete causando effetti deleteri non soltanto sulla nostra vita ma anche su quella degli altri esseri viventi. La normativa italiana, a proposito, fissa un limite di decibel oltre il quale si può effettivamente parlare di inquinamento acustico: la soglia è quella dei 65 decibel durante il giorno e di 55 durante la notte. Esiste anche un valore ottimale, inserito in un range che va dai 35 ai 45 decibel: d’altra parte, com’è facile intuire, soprattutto nei grandi agglomerati cittadini e/o industriali riuscire ad eliminare completamente il rumore è impossibile.

Inquinamento acustico: le cause

Quando parliamo di rumore acustico e di inquinamento ci riferiamo più che altro ad un suono di alta intensità che può essere fastidioso per il nostro udito (e non, dunque, di un “semplice” suono). Sono numerose le attività umane che possono provocare questo tipo di fenomeno, nello specifico:

  • Il traffico in strada: sono diverse le fonti di rumore in questo caso, dai clacson delle auto, al rombo dei motori di moto e automobili, lo strisciare dei pneumatici o ancora lo stridere dei binari del tram al passaggio del mezzo.
  • Le ferrovie: lo sa bene chi si ritrova a vivere nei pressi di una stazione, i treni (per quanto mezzi sostenibili) possono generare un rumore molto forte.
  • Il trasporto aereo: ovviamente anche gli aerei generano molto rumore, particolarmente in fase di decollo e atterraggio.
  • Le attività industriali e commerciali: anche le industrie e le fabbriche generano rumore, a tal punto che in certi contesti alcuni lavoratori sono obbligati a indossare speciali cuffie per proteggere il loro apparato uditivo. Anche bar, ristoranti e discoteche sono in grado di generare un forte rumore, soprattutto se molto affollati.

In linea teorica anche certi eventi atmosferici (come i temporali) generano una certa quantità di inquinamento acustico, ma si tratta evidentemente di un fenomeno naturale non direttamente collegato alle attività umane.

Che conseguenze ha l’inquinamento acustico?

Un rumore troppo forte e per di più prolungato nel tempo può avere effetti molto negativi sulla nostra salute. A causa dell’inquinamento acustico potremmo infatti soffrire di problemi a livello uditivo che possono essere acuti (di breve durata e di forte intensità) o cronici, come per esempio dolori, ronzii, vertigini e scarsa sensibilità uditiva. Ma non finisce qui, purtroppo. L’esposizione prolungata a suoni forti e fastidiosi può generare forte stress con conseguenze sull’apparato gastrointestinale, sulla pressione arteriosa, ma anche alterazioni del sistema nervoso, delle ghiandole surrenali e della tiroide. In una situazione simile potremmo dunque vivere anche un forte disagio psicologico, causa di problemi relazionali e di disturbi del sonno.

I rimedi per l’inquinamento acustico

L'inquinamento acustico è un fenomeno molto fastidioso che può rovinare la nostra qualità della vita: ecco cosa bisogna sapere a riguardo.
Macchine su un’autostrada

Come visto in precedenza, soprattutto in determinati contesti, non è in alcun modo possibile liberarsi completamente dall’inquinamento sonoro, e questo principio è vero in particolare se viviamo in città. Qualunque gesto e attività antropica (cioè svolta dall’uomo) provoca di per sé del rumore di fondo. È altrettanto vero però che è sicuramente possibile limitare i suoi effetti con alcuni piccoli accorgimenti. Da questo punto di vista si è tra l’altro attivata la stessa Comunità Europea, con una normativa ad hoc in materia.

Pensiamo per esempio al regolamento del 2014 riferito al livello sonoro dei veicoli a motore che ha introdotto un nuovo metodo di prova per la misurazione delle emissioni sonore, diminuendo così i valori limite di rumore in vigore e prevedendo disposizioni aggiuntive sulle emissioni sonore in sede di procedura di omologazione. Altri regolamenti approvati dall’UE hanno inoltre riguardato i limiti di rumorosità dei ciclomotori, dei motocicli e del rotolamento degli pneumatici. Le autorità comunitarie, in aggiunta, hanno lavorato negli ultimi anni ad una regolamentazione per quanto riguarda l’inquinamento acustico prodotto dai cantieri edili (per esempio dalle scavatrici, dalle pale caricatrici, dalle macchine per il movimento terra e delle gru a torre), dalle imbarcazioni da diporto o dalle attrezzature destinate a funzionare all’aperto

Dal lato pratico, più nello specifico, i policy makers dovrebbero pensare a installare per le strade un asfalto fonoassorbente, ma anche a piantare quante più piante o alberi possibili: la vegetazione, oltre a contribuire a migliorare la qualità dell’aria, è molto utile per assorbire i rumori fungendo da barriera. Nel nostro piccolo, per il resto, possiamo contribuire a ridurre l’inquinamento acustico scegliendo mezzi di trasporto alternativi, come per esempio le biciclette.

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Alberto Muraro

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