Ammontano a oltre 280 milioni di euro le risorse destinate dall’Italia al risanamento dei territori dopo la procedura d’infrazione per mancata bonifica di 218 discariche abusive. L’obiettivo è chiudere la partita entro il 2024 restituendo la terra ai cittadini.
Ammonta a più di 280 milioni di euro la cifra pagata dall’Italia all’Unione Europea negli ultimi 7 anni, per la mancata bonifica di 218 discariche presenti sul nostro territorio, 16 delle quali contenenti rifiuti pericolosi in violazione delle norme. Lo Stato italiano ha versato 40 milioni di euro nel 2014 e 42,8 milioni per ogni semestre di ritardo nell’attuazione delle misure necessarie a dare piena attuazione alla sentenza della Corte di Giustizia Europea. I pagamenti si sono progressivamente ridotti grazie all’accordo che prevede una riduzione di 200mila euro per ogni discarica bonificata e 400mila euro per ogni discarica contenente rifiuti pericolosi messa a norma. Un’azione di risanamento portata avanti grazie all’attività del Commissario Straordinario per la Bonifica delle discariche abusive, il generale dei Carabinieri Giuseppe Vadalà.
Le discariche in Italia
Facciamo un passo indietro. Negli anni Sessanta l’industrializzazione e la moltiplicazione dei consumi legata al boom economico produce una crescita esponenziale dei rifiuti. Mai così tanti dall’inizio della storia umana. In tre decenni nasce il problema della gestione dei rifiuti, trattati solo attraverso le discariche. Le prime leggi sulla gestione dei rifiuti, lo sviluppo di tecnologie per il recupero e il trattamento, lo sviluppo di una coscienza ambientale impongono un cambiamento di rotta. Nel 2007 la Commissione Europea avvia una procedura di infrazione contro l’Italia, con la richiesta di bonificare le circa 400 discariche sparse sul territorio nazionale, individuate tramite i censimenti effettuati da Carabinieri e Corpo Forestale. Nel 2013 viene aperta una causa europea nei confronti dell’Italia per il mancato conseguimento delle Direttive e la Corte di Giustizia Europea l’anno successivo sanziona l’Italia per 200 siti non ancora regolarizzati.
Ridare terra buona ai cittadini, entro il 2024
Il lavoro del Commissario Straordinario Vadalà, nominato nel 2017 dal Consiglio dei Ministri, ha permesso di ridurre l’importo della multa e creato un beneficio ambientale attraverso il risanamento di 55 siti in quattro anni. Ben 52 bonifiche si sono concentrate nelle Regioni del Centro Sud con in testa Calabria (13), Campania (11) Abruzzo (12), seguite da Sicilia e Lazio (6), Puglia (3), Toscana (1). Nel Nord Italia il rapporto del Commissario cita solo 3 bonifiche in Veneto. Il lavoro non è finito: rimangono ancora 33 discariche in infrazione da bonificare, ma la stima è di chiudere la partita entro il 2024 e, come assicura il generale Vadalà, “ridare terra buona ai cittadini”.