Quando si parla di turismo responsabile si fa riferimento ad un tipo di svago che ha l’obiettivo di massimizzare la soddisfazione del viaggiatore e, allo stesso tempo, di valorizzare e soprattutto rispettare la destinazione selezionata. Ciò significa che chi si imbarca per un nuovo viaggio, al di là della ricerca di relax e divertimento dovrà impegnarsi per la conservazione e il rispetto dell’ambiente e degli habitat naturali, per la tutela delle culture locali e per il coinvolgimento delle comunità. Il 2023 è stato un anno molto importante per il turismo responsabile, ma siamo davvero sicuri che le buone intenzioni dei viaggiatori abbiano davvero portato a scelte realmente sostenibili?
Proviamo a fare un po’ di chiarezza in merito, cercando di analizzare quali sono gli aspetti da migliorare.
Su quali principi fondamentali si basa il turismo responsabile?
Prima di entrare nel merito della questione, di per sé piuttosto spinosa, è necessario innanzitutto comprendere cosa si intende esattamente con turismo responsabile e quali sono i pilastri su cui si basa questa nuova modalità di viaggiare.
Chi viaggia in maniera sostenibile deve essere necessariamente pronto a rispettare in primo luogo l’ambiente circostante e le sue caratteristiche, impegnandosi nella raccolta differenziata dei rifiuti e se possibile nella scelta di mezzi di trasporto green, evitando di spostarsi per quanto possibile in aereo o con un mezzo su due/quattro ruote proprio, e limitando la propria impronta di carbonio. Di estrema importanza è inoltre la tutela del patrimonio artistico, culturale e storico dei luoghi di destinazione: un esempio negativo, da questo punto di vista, l’hanno rappresentato proprio di recente quei numerosi turisti che si sono permessi di deturpare monumenti millenari come il Colosseo. Infine, un turista responsabile è un individuo che supporta attivamente progetti legati alla sostenibilità, all’inclusione sociale e alla creazione di opportunità di lavoro nei luoghi che visita.
Il turismo può davvero essere sostenibile?
La risposta a questa domanda è complessa poiché dipende da diverse condizioni e fattori. Preso così com’è, cioè come un’attività di svago che permette alle persone di viaggiare e di scoprire posti nuovi in giro per il mondo il turismo di per sé non si può definire sostenibile, tout court. Come riporta uno studio portato a termine dall’Organizzazione Mondiale del Turismo nel 2016 le emissioni di anidride carbonica causate dai trasporti legati ai flussi turistici internazionali hanno raggiunto le 458 milioni di tonnellate, numeri destinati a salire nel 2030 con previsioni che parlano di 665 milioni di tonnellate. A tutto ciò va aggiunto l’impatto che i turisti hanno sulle risorse locali: basti pensare ad esempio che secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente i turisti di norma consumano acqua dalle 3 alle 4 volte in più rispetto agli abitanti del posto. Discorsi molto simili possono essere fatti anche per quanto riguarda la creazione di rifiuti e il consumo di energia elettrica.
Servirà a poco aver scelto un’auto elettrica per effettuare i propri spostamenti, avere preferito il treno rispetto all’aereo o aver deciso di andare in vacanza in una località non troppo distante abbracciando così il concetto di “turismo di prossimità”. Essere turisti a emissioni zero è di fatto impossibile.
Come fare per essere dei turisti davvero sostenibili?
Quello che possiamo fare è cercare di limitare il proprio impatto una volta giunti sul posto, seguendo alcuni accorgimenti.
Prima di tutto, è necessario informarsi prima di partire: studiare gli usi e i costumi di una destinazione, le sue caratteristiche, ci permetterà di avere un’idea più precisa di quali dovranno essere i comportamenti corretti da mantenere una volta arrivati.
In secondo luogo è fondamentale scegliere, dopo essere giunto sul punto, mezzi di trasporto ecologici, prediligendo per esempio il treno per i lunghi tragitti e le biciclette per quelli corti. Per quanto riguarda le strutture ricettive, inoltre, è preferibile selezionare quelle impegnate in progetti di sostenibilità. Sempre meglio, inoltre, scegliere piccoli hotel a gestione familiare, piuttosto che grandi catene alberghiere.
Nel corso del viaggio bisognerebbe avere anche tutta un’altra serie di accortezze: non sprecare l’acqua e le risorse (portatevi sempre delle borracce, piuttosto che acquistare bottiglie di plastica); essenziale è inoltre fare sempre la raccolta differenziata; infine, se si sceglie una meta marittima, è buona norma contribuire alla pulizia della spiaggia prodigandosi a raccogliere rifiuti abbandonati sulla spiaggia da turisti irrispettosi.
Educazione, rispetto, consapevolezza: sono proprio questi i tre principi che qualunque viaggiatore dovrebbe applicare quando decide di visitare un luogo. SI tratta di un approccio importante non soltanto per chi viaggia in modo responsabile ma per chiunque. Purtroppo ce ne dimentichiamo fin troppo spesso.