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Circolare vs lineare: la sfida della sostenibilità

Per il bene del pianeta Terra dobbiamo necessariamente passare dal modello dell'economia lineare a quello dell'economia circolare: ecco i vantaggi.
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Gli scienziati e le istituzioni internazionali (Unione Europea compresa) sono concordi: è necessario passare al più presto da un’economia lineare a un’economia circolare. Si tratta di un cambiamento di prospettiva assolutamente cruciale per poter garantire alle nuove generazioni un futuro sicuro, al riparo dall’aumento fuori controllo delle temperature planetarie e dagli eventi climatici estremi come la siccità, le inondazioni e gli uragani.

Fino ad oggi l’approccio dei business è sempre stato essenzialmente lineare, abbiamo infatti quasi sempre applicato il principio del “produci, utilizza, butta”: ebbene, questo tipo di meccanismo deve necessariamente essere cambiato, senza indugi di sorta. Altrimenti potrebbe essere troppo tardi.

Vediamo dunque in che senso la sostenibilità rappresenta la sfida più importante per l’umanità e quali sono i vantaggi, innegabili, di abbracciare nel quotidiano i principi dell’economia circolare.

Cos’è l’economia Lineare: un modello familiare ma pieno di criticità

Scopri qui quali sono tutte le differenze tra economia lineare e economia circolare e perché la seconda rappresenta un'importante sfida per il nostro futuro.
Metallo tagliato in una fabbrica.

Vediamo prima di tutto con che tipo di struttura economica abbiamo avuto a che fare fino ad oggi. L’economia lineare è stata fin dalla Prima Rivoluzione Industriale di fine ‘700 il modello economico predominante in giro per il mondo: in questo sistema, le risorse vengono estratte, trasformate in prodotti, utilizzate e infine eliminate quando non sono più necessarie. Non c’è dubbio che nel corso del tempo questo modello abbia contribuito a generare posti di lavoro e ricchezza. Tuttavia, è altrettanto indubbio l’enorme impatto che esso ha avuto a livello non soltanto ambientale ma anche sociale.

Ecco un sunto di tutte le principali criticità legate all’economia lineare:

  • L’inquinamento ambientale: produrre su larga scala comporta automaticamente anche la necessità dello smaltimento dei rifiuti, un’attività che ha un impatto notevole sulla qualità dell’aria, dell’acqua e del suolo e sulla perdita di biodiversità.
  • Lo spreco di risorse: stiamo parlando un sistema di produzione particolarmente inefficiente quando si parla dell’uso di risorse, soprattutto in riferimento a quelle non rinnovabili come i combustibili fossili o i metalli preziosi. L’estrazione di queste risorse ha, purtroppo, conseguenze ambientali disastrose. Come se non bastasse, gettando in discarica i prodotti utilizzati si perde per sempre l’occasione di riutilizzarli per secondi fini.
  • La crescita della quantità di rifiuti: il modello dell’economia lineare genera, purtroppo, ingenti quantità di rifiuti e scarti, molti dei quali non biodegradabili. La spazzatura così prodotta (pensiamo alle materie plastiche, giusto per fare un esempio) sovente finisce in mare, danneggiando gli ecosistemi e creando di conseguenza anche problemi di salute pubblica. Forse non tutti sanno, per esempio, che nei nostri oceani ci sono almeno 5 enormi isole di rifiuti di plastica che si sono venute a creare nel corso degli anni proprio a causa delle attività umane.
  • Il ciclo di vita breve dei prodotti: il modello di produzione classico porta le aziende a immettere nel mercato prodotti dalla vita breve, che presto si rompono o smettono di funzionare e devono quindi essere sostituiti. In questo modo si aumenta la pressione non soltanto sui processi di produzione ma, ovviamente, anche sullo sfruttamento delle risorse più in generale.

L’Economia Circolare: la sfida del futuro

L'economia circolare è un modello di produzione che dovremmo preferire a quello dell'economia lineare: scopri qui il perché.
Un telefono con il simbolo del riciclo.

Risulta evidente come sia necessario, alla luce dei fatti, un cambio di paradigma, per non dire una vera e propria rivoluzione del modo di pensare il business che venga accolta sia dai policy maker sia anche dalle persone “comuni”. Abbracciare l’economia circolare non è infatti una semplice prerogativa di un gruppo di manager multimilionari: rappresenta infatti a tutti gli effetti una responsabilità collettiva.

Vediamo, a proposito, perché si tratta di un modello molto più sostenibile e intelligente che mira a ridurre lo spreco e a preservare le risorse. Questo approccio si fonda essenzialmente su tre elementi chiave:

  1. Il motto “Ridurre, Riutilizzare, Riciclare”: il principale scopo dell’economia circolare è diminuire al massimo la quantità di risorse estratte dalla natura, promuovendo in parallelo il riutilizzo e il riciclo dei prodotti.
  2. Il design circolare: nel modello circolare, tutti i prodotti vengono progettati fin dall’inizio per essere facilmente smontati e/o riciclati in un secondo momento. Si tratta di un design che mette al centro il ciclo di vita del prodotto e punta ad allungarlo quanto più possibile.
  3. Il principio pay-per-use: l’economia circolare promuove la condivisione dei prodotti e lo sfruttamento dei servizi solo quando essi sono realmente necessari. Questo modello viene per esempio messo in pratica dalle agenzie di car-sharing, che mettono a disposizione auto per i clienti solo per permettere loro di effettuare il tragitto necessario. In questo modo, per quanto possibile, gli individui sono portati a non acquistare una nuova auto o un nuovo mezzo di trasporto, limitando così la loro impronta di carbonio.

Il confronto diretto tra i due modelli mette evidentemente l’economia circolare su un piedistallo. I vantaggi, infatti, balzano subito all’occhio e sono (tra gli altri) i seguenti:

  • La riduzione degli sprechi: l’obiettivo principale dell’economia circolare è ridurre lo spreco di risorse, energia e materiali.
  • Un minor inquinamento: con una produzione ridotta e diminuendo le quantità di rifiuti è possibile limitare l’inquinamento atmosferico, dell’acqua e del sottosuolo.
  • La crescita economica sostenibile e la creazione di posti di lavoro: è indubbio che un modello di business basato sulla sostenibilità ambientale sia in grado di stimolare l’economia (soprattutto, ma non solo, a livello locale) contribuendo in maniera decisa alla creazione di nuovi posti di lavoro legati alla progettazione di prodotti e strumenti di produzione sostenibili, ma anche al riciclo e allo smaltimento dei rifiuti.

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Alberto Muraro

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