I cittadini europei sono favorevoli alla lotta al riscaldamento globale, ma non tutti sono disposti a cambiare le proprie abitudini. I risultati di un sondaggio YouGov realizzato in sette Paesi europei.
Tutti abbastanza preoccupati dal riscaldamento globale; tutti abbastanza d’accordo, o quasi, sul fatto che sia provocato dall’attività umana. Ma sull’adesione personale alle misure per contrastare il cambiamento climatico, il consenso si sfalda. A parte il timore diffuso, nelle risposte fornite dai cittadini di sette Paesi europei a un sondaggio della società di ricerche internazionale YouGov, su quanto siano disposti ad appoggiare politiche governative a tutela del clima e adottare misure personali, non c’è uniformità. Più le misure diventano restrittive e incidono sullo stile di vita, più cala il consenso. Non tutti sono disposti a cambiare abitudini e lo studio, reso noto dal Guardian, rivela molte disparità di vedute tra i Paesi presi in esame: Svezia, Germania, Regno Unito, Spagna, Francia e Italia.
Cambiamento climatico: 81% degli italiani preoccupati
In questi Paesi, YouGov ha interrogato un campione di circa 9.000 persone sia su azioni governative, come il divieto di utilizzo di plastica monouso e la rottamazione delle auto a benzina e diesel, che su iniziative individuali, come l’acquisto di abiti di seconda mano e la rinuncia a carne e latticini. Un’ampia maggioranza in ogni Paese – 81% in Italia, 79% in Francia, 77% in Spagna, 65% nel Regno Unito, 63% in Germania e 60% in Svezia – ha dichiarato di essere molto o abbastanza preoccupata dal cambiamento climatico e dalle sue conseguenze. Grazie a decenni di sensibilizzazione, in particolare attraverso i rapporti dell’IPCC, meno del 20% degli intervistati in ogni Stato afferma che il cambiamento climatico non sia dovuto all’attività umana, anche se un massimo del 5% nega l’esistenza del fenomeno. Ma sul piano dell’agire le risposte si fanno più sfumate: se molti sono favorevoli a misure che non incidono più di tanto sullo stile di vita, i pareri sono meno unanimi quando si tratta di proposte più radicali. Ossia di quelle azioni che sarebbero davvero necessarie per combattere il riscaldamento globale, come i cambiamenti nell’uso dell’automobile, uno dei settori che più contribuisce alle emissioni di anidride carbonica e su cui molti governi europei stanno già legiferando.
Rinunciare alla plastica monouso sì, vietare le auto no
Il 45% dei tedeschi e il 72% degli spagnoli sono favorevoli a programmi governativi di piantumazione di alberi. Stesso ordine di gradimento per la riduzione della plastica monouso: la maggioranza degli intervistati non acquisterebbe mai più prodotti realizzati con questo materiale altamente inquinante, si va dal 56% di Italia, Spagna e Regno Unito al 40% della Danimarca. E addirittura il 63% degli svedesi e il 75% degli spagnoli sarebbero favorevoli a un divieto governativo su questi prodotti. Si registra un sostegno abbastanza solido all’idea di limitare l’assunzione di carne e latticini a due o tre pasti a settimana (dal 43% dell’Italia al 28% della Germania) e anche per le tasse sui frequent flyer (dal 39% in Italia al 59% in Germania, con una maggioranza favorevole in cinque dei sette Paesi), ma decisamente minore per l’acquisto di soli vestiti di seconda mano (dal 17% in Germania al 27% nel Regno Unito). Molto apprezzati i sussidi governativi per rendere le case più efficienti dal punto di vista energetico, con giudizi favorevoli che vanno dall’86% della Spagna al 67% della Germania; mentre la copertura dei costi a livello personale ha riscosso un consenso minore: dal 19% in Germania al 40% in Spagna. Alla domanda, poi, se sarebbero disposti a passare a un’auto elettrica (che comunque per non inquinare non deve essere troppo pesante), poco meno di un terzo delle persone intervistate nei sette Paesi studiati – dal 19% in Germania al 40% in Italia, passando per il 32% in Danimarca – ha risposto affermativamente. E rispetto a un divieto di circolazione per le auto a benzina e diesel, solo in Spagna e in Italia il numero di persone a favore dell’idea è stato superiore a quello dei contrari. Francia e Germania i due Paesi più contrari, con il 60% degli intervistati sfavorevoli.
Cambiamento climatico: per gli europei i Paesi devono lavorare insieme
Le risposte sono altrettanto divergenti quando si tratta di abbandonare del tutto l’auto a favore dei trasporti pubblici, degli spostamenti a piedi o in bicicletta. In Italia, Spagna e Francia, rispettivamente il 40%, il 44% e il 35% degli intervistati si dichiara pronto a fare il grande passo. Il consenso è minore nel Regno Unito (22%), in Germania (24%), Danimarca (20%) e Svezia (21%). Nel frattempo, il 28% dei tedeschi e il 25% dei francesi dichiara di andare già a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici invece di guidare, rispetto all’11-16% degli altri Paesi. Difficile prevedere una risposta europea unanime al cambiamento climatico, considerate queste divergenze. Eppure, tra il 76% e l’85% degli europei ritiene che la lotta al cambiamento climatico sarebbe più efficace se i Paesi lavorassero insieme. L’Unione Europea ha recentemente approvato il divieto di vendita di auto a combustione entro il 2035. Italia, Romania e Bulgaria si sono astenute, la Polonia ha votato contro e anche la Germania era contraria, prima di fare marcia indietro. Se non c’è accordo sulla strada da seguire, come pensiamo di poter contenere l’innalzamento delle temperature globali entro limiti accettabili per la sopravvivenza?