I progetti di riqualificazione delle serre, della Scuola Botanica e del giardino dell’Università di Parma saranno finanziati con fondi pubblici e privati. Con l’idea di realizzare un polo per attività didattiche, di ricerca e diffusione della cultura. E raccontare tutte le sfaccettature della relazione tra piante e persone.
Non solo un Orto Botanico. Il giardino dell’Università di Parma diventerà un vero e proprio polo culturale, ambientale e sostenibile, risorsa e punto di riferimento per la città e non solo. Lo si farà con fondi pubblici e privati, grazie all’impegno di una squadra in cui l’Ateneo è affiancato da istituzioni e realtà private del territorio. Saranno due i progetti di riqualificazione finalizzati alla realizzazione del nuovo Orta Botanico: una linea di intervento di ambito edilizio, incentrata sulle Serre e la Scuola di Botanica e un’altra di sistemazione della componente verde. L’idea di fondo è quella di superare il concetto di hortus conclusus, luogo di sola conservazione ed esposizione, per realizzare una piattaforma per le attività didattiche, di ricerca e diffusione della cultura connesse alle relazioni tra piante e persone. Apertura, dialogo, contaminazione, sostenibilità, complessità, coinvolgimento le parole chiave che guidano il progetto. “Il progetto messo in campo per l’Orto Botanico di Parma – ha spiegato il Sindaco Michele Guerra – rappresenta un’ulteriore valorizzazione dello spazio pubblico, a partire da una cura scientifica e ambientale a vantaggio dell’intera cittadinanza. Un luogo che, come accade nelle città che hanno la fortuna di ospitare orti botanici, guarda e si offre agli studiosi, ai parmigiani e ai turisti, anche attraverso iniziative costruite ad hoc per questo spazio. La sinergia tra pubblico e privato, presente in questo e in molti altri progetti in città, ci dimostra una volta di più l’efficacia di un metodo di lavoro che funge da modello per lo sviluppo della nostra comunità”.
Nuovo Orto botanico di Parma: la riqualificazione delle Serre e della Scuola Botanica
Il progetto, che ha potuto giovarsi di un fondamentale impulso da parte di “Parma, io ci sto!”, è cofinanziato da Università di Parma, Ministero dell’Università e della Ricerca, Fondazione Cariparma e Gruppo Chiesi. Prevede il restauro e il ripristino delle Serre fatte costruire da Ferdinando di Borbone sul finire del Settecento e dell’ottocentesca Scuola di Botanica. Nella Scuola, il primo piano ospiterà la collezione di erbari e la biblioteca storica, mentre al piano terra sarà accolto un piccolo museo botanico per garantire la fruizione pubblica di volumi e collezioni attualmente non osservabili. Le Serre ferdinandee saranno ristrutturate secondo il disegno originario di Scuola Petitot “manomesso” nel secolo scorso. Saranno installati nuovi impianti a massimo risparmio energetico per spazi capaci di ospitare piante ma anche esposizioni temporanee e permanenti, eventi culturali e incontri. Il progetto prevede inoltre nuovi servizi di accoglienza per il pubblico – una caffetteria, un luogo di incontro e un bookshop – realizzati con ampie superfici vetrate e vegetazione rampicante. La progettazione è a cura di Studio Canali Associati.
Nuovo Orto botanico di Parma: la riqualificazione del giardino
Interamente finanziato attraverso la linea di investimento PNRR “Programmi per valorizzare l’identità dei luoghi: parchi e giardini storici” del Ministero della Cultura, il progetto di sistemazione della componente verde: aiuole, zone umide, prati, siepi e alberi, serre, percorsi, fontane e cancellate. Le scelte mirano ad aumentare l’offerta in termini di biodiversità e fruibilità, minimizzando i costi di gestione idrica ed energetica. Le esigenze vegetazionali, naturalistiche e ambientali delle piante sono prevalenti su altri aspetti e l’intero giardino deve rinforzare l’educazione a un’osservazione non antropocentrica del mondo. L’intervento prevede il rifacimento dei percorsi, la creazione di un impianto di irrigazione, il consolidamento di alcune alberature storiche, la creazione di nuove aiuole a bassi requisiti idrici, l’aumento delle fioriture, la sistemazione di roccere e zone umide per ospitare specie tipiche del territorio, la creazione di una nuova serra per poter finalmente esporre e conservare al meglio la collezione di piante succulente oggi non fruibile dal pubblico. Tutte le soluzioni sono state implementate tenendo in massima considerazione le esigenze ecologiche e naturalistiche del luogo, ad esempio minimizzando il consumo di suolo e progettando soluzioni capaci di ridurre gli impatti sugli apparati radicali che insistono sul giardino. “Crediamo molto nell’idea moderna di Orto botanico che sta dietro a questi progetti: un vero polo culturale a 360 gradi, capace di diventare punto di riferimento importante per la città e per il territorio – ha osservato il Rettore dell’università di Parma Paolo Andrei – I finanziamenti arrivati in ambito PNRR e dal Ministero dell’Università e della Ricerca testimoniano la qualità dei progetti presentati e la loro lungimiranza: il loro saper guardare lontano. E naturalmente ci fa molto piacere che ci affianchino e lavorino con noi realtà pubbliche e private che hanno accordato all’Università la loro fiducia e che credono a loro volta in questa riqualificazione come valore per la comunità”.