Interventi infrastrutturali, innovazione tecnologica, ristrutturazione urbanistica, recupero ambientale e idrogeologico. La rigenerazione urbana è uno strumento integrato di intervento, ideale a gestire la complessità del tessuto urbano. A Novara la prima tappa del festival dedicato.
È partito il 14 aprile da Novara il Festival diffuso della rigenerazione urbana. Promosso da Associazione nazionale costruttori edili (Ance), Associazione Mecenate 90, Associazione delle città d’arte e cultura (CIDAC) e Fondazione musica per Roma, con il patrocinio di IN/ARCH, il festival nasce per “esaltare e valorizzare la forte capacità progettuale delle città italiane – leggiamo in una nota degli organizzatori – in particolare quelle intermedie, raccontando i progetti di rigenerazione urbana che in questi ultimi anni si sono realizzati nel Paese”. La rigenerazione urbana, ci spiega Paola Malabaila presidente di Ance Piemonte e Valle d’Aosta, “rappresenta il nuovo paradigma degli interventi nelle nostre città, in quanto espressione delle politiche urbane, ambientali, sociali, culturali, territoriali, economiche e delle infrastrutture materiali e immateriali, integrate alla mobilità urbana ed extraurbana promosse e perseguite da un attore pubblico o privato e condivise con la collettività”. Un paradigma che agisce, quindi, sulla complessità del contesto urbano. Per questo, prosegue Malabaila “non si può più solo parlare di riqualificazione edilizia o urbanistica bensì di messa a sistema di un processo che vede coinvolti più attori e che ha come obiettivo non la riqualificazione bensì una vera e propria rigenerazione di parti di città che hanno subito nel tempo fenomeni di degrado o di abbandono, non solo fisico ma anche sociale, commerciale, culturale, economico, di attrattività e vivibilità”. Dopo la tappa di Novara il festival diffuso della rigenerazione urbana toccherà Bergamo, Brescia, Padova, Livorno, Salerno (le date sono ancora da stabilire) fino ad arrivare, a dicembre, a Roma con un grande evento all’Auditorium Parco della Musica.
La rigenerazione urbana permette di agire sulla complessità delle città
La prima giornata del festival, organizzata con la collaborazione del Comune di Novara e di Ance Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta, è stata un momento di racconto, dibattito e confronto sulle città, “tema a cui – sottolinea Ance – il Pnrr destina oltre 48 miliardi di euro, di cui 10 direttamente alla rigenerazione urbana”. La presidente di Ance Piemonte e Valle d’Aosta spiega che “nel caso specifico del Piemonte, nell’attesa di una legge nazionale sulla rigenerazione urbana, la nostra Regione deve affrontare la sfida di scrivere una nuova legge urbanistica che contenga efficaci disposizioni di rigenerazione urbana che superino la logica del riuso con premialità di cubatura, comprendendo incentivi e sgravi fiscali”. Dai “Giardini Luzzati Spazio Comune” di Genova al “Parco urbano Ferruccio Parri” a Cuneo, dal Palazzo Della Rovere di Savona al progetto “Epicentro” nel Comune di Grugliasco (TO) alla riqualificazione del quartiere Cogne di Aosta, diversi sono stati i progetti di rigenerazione urbana conclusi di recente o in corso d’opera nel Nord Ovest (Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta) illustrati da rappresentanti di istituzioni locali, Università, progettisti, imprese. “La Liguria è uno stress test per la rigenerazione urbana: le caratteristiche morfologiche e geografiche, le dinamiche demografiche della nostra Regione, la qualità del patrimonio costruito, sono il più attendibile banco di prova per le politiche di rigenerazione urbana” sottolinea Emanuele Ferraloro, presidente Ance Liguria e vicepresidente Federcostruzioni. “La rigenerazione urbana, nella sua amplissima definizione normativa che comprende interventi infrastrutturali, di innovazione tecnologica, di ristrutturazione urbanistica, di recupero ambientale e idrogeologico è lo strumento integrato di intervento che, meglio di altri, si addice alla complessità della Liguria”. Non sempre, aggiunge, “la nostra terra ha trovato le condizioni essenziali per la rigenerazione: i progetti, le risorse economiche, le capacità imprenditoriali e amministrative. Ma negli ultimi dieci anni il tema è diventato centrale nelle politiche pubbliche e nelle programmazioni imprenditoriali. Progetti, procedure e patti tra pubblico e privato fanno la differenza. I progetti presentati al festival lo dimostrano”.