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Rifiuti: stop al trasporto fuori dall’Unione europea

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Divieto di esportare i rifiuti destinati allo smaltimento al di fuori dell’Unione europea; quelli destinati al recupero, se non pericolosi, potranno essere spediti nei Paesi non Ocse in grado di gestirli in modo sostenibile. Ecco le principali novità sulla spedizione dei rifiuti adottate dal Parlamento europeo.

Riformare procedure e misure di controllo per la spedizione dei rifiuti all’estero, al fine di migliorare la tutela dell’ambiente e la protezione della salute umana. E contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei in tema di economia circolare e inquinamento zero. È l’obiettivo con cui il Parlamento europeo il 17 gennaio ha adottato con 594 voti favorevoli, 5 contrari e 43 astensioni un nuovo testo di legge sulla spedizione dei rifiuti, una vera e propria risposta al dumping ambientale attuato tramite i movimenti transfrontalieri di rifiuti, dietro i quali troppo spesso si celano traffici illeciti. Solo nel periodo gennaio-settembre 2021, secondo i dati del Rapporto ecomafia 2022 di Legambiente, le sedi periferiche dell’Agenzia delle accise, dogane e monopoli hanno sequestrato circa 4.500 tonnellate di rifiuti diretti all’estero e spacciati per materie prime seconde, per un valore di quasi 5 milioni di euro.

Perché riformare le norme sulla spedizione dei rifiuti all’estero

Nel 2020 le esportazioni di rifiuti dell’Unione europea verso i Paesi terzi hanno raggiunto 32,7 milioni di tonnellate, pari a circa il 16% del commercio globale dei rifiuti. E ogni anno circa 67 milioni di tonnellate di rifiuti viaggiano tra i Paesi europei, non tutti con gli stessi standard in termini di gestione e tracciamento. Le norme sulla spedizione dei rifiuti votate dal Parlamento europeo dovrebbero facilitare la gestione ecologicamente corretta dei rifiuti, “conformemente alla gerarchia dei rifiuti stabilita nell’articolo 4 della Direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio 31 – si legge nel testo dell’emendamento 1 – così come a ridurre gli effetti globali dell’uso delle risorse e migliorare l’efficienza di tale uso, due aspetti fondamentali per la transizione verso un’economia circolare, e conseguire la neutralità climatica al più tardi entro il 2050”. La gestione dei rifiuti rappresenta una fase del ciclo di vita del prodotto e investire su tecniche innovative, volte a migliorare il recupero dei materiali e l’efficienza energetica, contribuisce alla complessiva decarbonizzazione dell’economia. Il 7 novembre 2021, la Commissione aveva già presentato una proposta di riforma delle norme europee sulla spedizione dei rifiuti, per definire procedure e misure di controllo a seconda dell’origine, della destinazione, del percorso di trasporto, del tipo di rifiuti spediti e del trattamento applicato alla destinazione.

Cosa prevede la riforma delle norme sulla spedizione all’estero dei rifiuti

Con questo voto, i deputati provano a far passare il principio del divieto pressoché totale di spedizione di tutti i rifiuti europei destinati allo smaltimento verso Paesi extra Ue. Con poche eccezioni, autorizzate e debitamente giustificate. Vengono inoltre vietate le esportazioni di rifiuti pericolosi dell’Unione europea verso Paesi non OCSE. L’esportazione di rifiuti non pericolosi destinati al recupero sarebbe consentita solo ai Paesi non OCSE che danno la loro autorizzazione e dimostrino di essere in grado di gestire tali rifiuti in modo sostenibile. Inoltre, i deputati vogliono vietare l’esportazione di rifiuti di plastica verso i Paesi non OCSE ed eliminarne gradualmente l’esportazione verso i Paesi OCSE entro quattro anni. Il Parlamento chiederà inoltre la creazione di un meccanismo comunitario di selezione dei rifiuti basato sul rischio, per orientare i Paesi Ue che effettuano ispezioni a prevenire e individuare le spedizioni illegali di rifiuti. “Dobbiamo trasformare i rifiuti in risorse nel mercato comune – ha dichiarato la relatrice Pernille Weiss (PPE, DK) – prenderci più cura del nostro ambiente e della nostra competitività. Le nuove regole ci permetteranno anche di combattere più facilmente la criminalità legata ai rifiuti all’interno e all’esterno dell’Unione. Inoltre, con il divieto di esportazione dei rifiuti di plastica da noi proposto, stiamo spingendo per un’economia molto più innovativa e circolare, ovunque sia coinvolta la plastica. Una vittoria per le prossime generazioni”.

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