Uno studio pubblicato su Science stima che i materiali da costruzione potrebbero stoccare 16 miliardi di tonnellate di carbonio l’anno.
Usare i materiali da costruzione e gli edifici come carbon sink, serbatoi di carbonio sottratto dall’atmosfera dove la CO2 (carbonio più ossigeno) è la principale causa del riscaldamento globale. Parte da questa ipotesi uno studio, pubblicato su Science all’inizio dell’anno, secondo il quale per questa via si potrebbero stoccare ogni anno grandissimi quantità di CO2. Se vogliano raggiungere gli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi, infatti, azzerare le emissioni climalteranti non sarà sufficiente: secondo l’IPCC (il panel intergovernativo sui cambiamenti climatici) sarà necessaria anche la cattura e lo stoccaggio a lungo termine dell’anidride carbonica. “Abbiamo scoperto – scrivono le autrici dello studio – che la sostituzione completa dei materiali da costruzione convenzionali con alternative che immagazzinano CO2 nelle nuove infrastrutture potrebbe immagazzinare fino a circa 16,6 miliardi di tonnellate di CO2 ogni anno”: si tratta di poco meno della metà delle emissioni antropogeniche di gas climalteranti rilasciate nel 2021.
“I materiali da costruzione possono essere una buona opzione per lo stoccaggio del carbonio, data l’enorme quantità di materiali prodotti ogni anno e la loro lunga durata”, spiega Elisabeth Van Roijen, una delle autrici della ricerca, al magazine Anthropocence. La quantità dei materiali utilizzati nell’ambiente costruito e la longevità dei manufatti con cui sono realizzati li rendono interessanti – secondo Van Roijen , Sabbie A. Miller e Steven J. Davis, autrici e autore dello studio -come forma di stoccaggio a lungo termine di carbonio biogenico.
Materiali da costruzione acchiappa carbonio
Ma quali materiali possono sequestrare carbonio dall’atmosfera e tenerlo nei nostri palazzi per lungo tempo? Intano un materiali molto familiare: il legno (se prodotto in modo sostenibile). Ha spiegato Dario Trabucco, docente dell’Università IUAV di Venezia, in occasione del convegno “Edilizia sostenibile in legno impatti, opportunità e valorizzazione ESG” (1 febbraio 2024): “Il legno è un prodotto che immagazzina il carbonio durante la sua crescita (attraverso la fotosintesi, grazie alla quale il carbonio della CO2 viene ridotto a materiale organico, liberando ossigeno, ndr). Utilizzare il legno nelle costruzioni equivale quindi a toglierlo dall’atmosfera per un periodo di tempo anche molto lungo”. Per questo gli edifici in legno vengono considerati “degli immagazzinatori di anidride carbonica rispetto agli altri materiali”.
Ma lo studio non si limita al solo legno. Se molti dei materiali da costruzione (pensiamo all’acciaio e al calcestruzzo) sono oggi la causa dell’emissione di enormi quantità anidride carbonica in atmosfera, molti di questi potrebbero contribuire a immagazzinare il carbonio per decenni “con modifiche relativamente piccole alla composizione, come l’utilizzo di aggregati ricchi di carbonio nel calcestruzzo o di mattoni a base di fibre di biomassa” si legge su Science. Le autrici dello studio immaginano ad esempio calcestruzzo realizzato integrando materiali come biochar, carbone vegetale prodotto attraverso la pirolisi da scarti vegetali (che grazie alla fotosintesi contengono carbonio). Oppure mattoni che inglobano componenti organici.
“Abbiamo scoperto che se passassimo a questi materiali entro il 2045, anche se utilizzassimo solo le risorse attualmente disponibili, potremmo rimanere al di sotto degli obiettivi mediani per un riscaldamento di 1,5 °C”, spiega Van Roijen.