L’Italia è in linea con gli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 dell’Onu per quanto riguarda sviluppo delle fonti rinnovabili, taglio delle emissioni climalteranti, diffusione dell’auto elettrica. Migliorano le disuguaglianze di genere, ma le città non sono ancora sostenibili. Istat monitora il percorso dell’Italia verso la sostenibilità.
La quinta edizione del rapporto SDGS 2022 – informazioni statistiche per l’Agenda 2030 in Italia pubblicata da Istat aggiorna i dati sul monitoraggio dell’Agenda 2030 per il nostro Paese. Principio pilastro dell’Agenda 2030 è quello di raggiungere gli obiettivi Sdgs (Sustainable development goals) senza lasciare indietro nessuno. Così come il Pnrr, che individua le pari opportunità intergenerazionali, di genere e territoriali come priorità trasversali, sulla base delle quali valutare missioni e riforme. Le sinergie tra Pnrr e Agenda 2030 definiscono quindi un terreno comune per gli obiettivi di contrasto alle disuguaglianze.
La fotografia regionale della sostenibilità
“Per molte delle misure considerate – si legge in una nota di Istat – le Regioni e Province autonome che hanno conseguito le best performance sono la Valle d’Aosta, Trento e Bolzano. Nel complesso, quasi i due terzi delle best performance vengono conseguite al Nord; e oltre il 50% è stato raggiunto nel corso degli ultimi cinque anni”. Gli obiettivi per i quali le Regioni mostrano un andamento più omogeneo sono: Salute, Città sostenibili e Consumo e produzione responsabili. Mentre rispetto a: Partnership per gli obiettivi, Ridurre le disuguaglianze, Lavoro e crescita economica, i differenziali tra le Regioni sono molto ampi. Nel complesso, le Regioni del Nord risultano più vicine al raggiungimento dei risultati. Con positiva eccezione delle Marche per il Goal 12 (Consumo e produzione responsabili), la Basilicata per il Goal 14 (Vita sott’acqua) e l’Abruzzo per il Goal 15 (Vita sulla terra). Generalmente il Sud è messo peggio, ma su specifici obiettivi si registrano criticità anche al Nord, come per il Friuli-Venezia Giulia sui Goal 6 (Acqua) e 14 (vita sott’acqua), la Valle d’Aosta per il Goal 11 (Città e comunità sostenibili), l’Emilia-Romagna per il Goal 13 (Cambiamento climatico) e la Lombardia per il Goal 15 (Vita sulla terra). Infine, negli ultimi 10 anni la distanza tra Mezzogiorno e Centro-Nord si assottiglia: “circa la metà delle 164 misure Istat-Sdgs analizzate si caratterizza per una riduzione delle distanze tra le Regioni (78 misure pari al 48% circa); 32 sono stabili (19% circa) e 54 sono associate a un ampliamento della divergenza regionale (33%)”.
L’Italia raggiunge gli obiettivi in tema di energia rinnovabile e taglio alle emissioni
L’Italia, con un utilizzo di energia da fonti di energia rinnovabile pari al 20% circa del consumo finale lordo, segna un miglioramento di più del 7% negli ultimi 10 anni e supera tutti gli obiettivi relativi alle energie rinnovabili stabiliti a livello nazionale e internazionale per il 2020. Benché la crescita delle fonti rinnovabili abbia contribuito a ridurre la dipendenza energetica dall’estero del nostro Paese, la quota di importazioni nette sulla disponibilità energetica lorda dell’Italia è ancora una delle più elevate dei 27 Paesi dell’Unione. E in controtendenza rispetto al trend di progressivo aumento dell’efficienza energetica, il 2020 segna un lieve incremento dell’intensità energetica – ossia l’energia consumata per la produzione economica – alimentato dal settore industriale (oltre il 6%). Nel 2021 l’incidenza di popolazione con difficoltà a riscaldare adeguatamente l’abitazione (8%) è sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente, ma sarà una variabile messa a dura prova quest’inverno. Mentre il numero delle autovetture elettriche e ibride cresce consistentemente e nel 2021 supera il 36% delle auto di nuova immatricolazione. In tema di lotta al cambiamento climatico, si registra in Europa una costante riduzione delle emissioni di gas serra: nel 2019 sono il 24% in meno rispetto al 1990. L’Italia è tra i cinque Paesi dell’Unione europea che contribuiscono di più a questa riduzione: nel 2020 le emissioni di gas serra dell’economia italiana sono scese di quasi il 10% rispetto all’anno precedente, anche per effetto della frenata dell’attività economica dovuta alle misure di contrasto alla diffusione del COVID-19.
Miglioramenti sul fronte delle disuguaglianze di genere
Buone notizie sul fronte delle disuguaglianze di genere, in netta riduzione: “per la maggioranza delle misure considerate (62, pari al 62%) si osserva una riduzione dei divari in favore delle donne, 11 misure sono stabili, mentre 27 presentano un ampliamento dei divari a svantaggio femminile. Le aree in cui si rilevano i più ampi miglioramenti – riporta Istat – sono reddito e rischio di povertà, grazie ai più ampi progressi registrati dalla componente femminile rispetto a quella maschile in quasi tutte le misure considerate, ad empowerment e inclusione, trainata dal maggiore incremento femminile della quota di permessi di soggiorno e, viceversa, dalla più consistente riduzione della percentuale di donne in attesa di giudizio. I differenziali di genere risultano invece più frequentemente stabili o in peggioramento nelle aree della salute e delle competenze”.
Nelle città peggiora la qualità degli edifici e l’uso dei mezzi pubblici, migliora la gestione dei rifiuti
Rispetto al Goal 11 (Città sostenibili) nel 2021 quasi il 18% della popolazione lamenta problemi relativi a carenze strutturali e umidità nelle abitazioni; il disagio è più accentuato nel Mezzogiorno (20%). Nello stesso anno, gli assidui frequentatori dei mezzi pubblici sono meno del 10% (erano il 15% prima della pandemia) e gli studenti che li utilizzano per andare a scuola sono il 25% circa (erano oltre il 28% nel 2019). Il calo si concentra in modo significativo nelle aree urbane: tra 2019 e 2020 l’offerta di trasporto pubblico locale nei capoluoghi si riduce di un quinto. Il miglioramento è invece evidente per il Goal 17 (Partnership per gli obiettivi), grazie all’uso dell’Information and communication technologies (Ict), in forte incremento durante la fase pandemica, e per il Goal 12 (Consumo e produzione responsabili), caratterizzato dagli avanzamenti nella gestione dei rifiuti. Nei Goal 6 (Acqua) e 9 (Infrastrutture) si registra il più alto numero di indicatori in peggioramento.