Ennesima flessione nel 2024 nella raccolta delle batterie a fine vita da parte del principale operatore, Erion Energy, che registra un -3%. Complessivamente, l’Italia rimane ancora lontano dai target UE del 63% da raggiungersi entro il 2027
Continuano le difficoltà nella raccolta delle batterie esauste nel nostro paese, considerato che anche nel 2024 non si è andati oltre un 37% dell’immesso sul mercato. Uno dei principali gestori collettivi, Erion Energy – Consorzio del Sistema Erion dedicato alla gestione dei Rifiuti di Batterie (RB) – ne ha intercettati su tutto il territorio nazionale 5.719 tonnellate, ancora in calo del 3% rispetto al 2023. Dato che conferma le difficoltà sul fronte del raggiungimento degli obiettivi di raccolta fissati dall’Unione Europea con il sui Regolamento 2023/1542 che, nel caso delle “pile portatili”, ad esempio, è pari al 63% (da raggiungersi entro il 2027) e il 73 % entro la fine del 2030 dell’immesso sul mercato dei tre anni precedenti; mentre per le batterie dei “mezzi di trasporto leggeri” il target UE è del 51% entro la fine del 2028 e del 61 % entro la fine del 2031.
L’Italia, con il suo 37%, infatti, è inoltre molto al di sotto di altri importanti Paesi europei come Spagna (44,6%), Germania (50,7%) e Francia (56,8%).
Lo stesso citato Regolamento 1542 prevede pure obiettivi di recupero del litio dai rifiuti di batterie, ovvero il 50 % entro la fine del 2027 e l’80 % entro la fine del 2031, che possono essere modificati per tener conto del mercato, degli sviluppi tecnologici e della disponibilità del litio, mentre per cobalto, rame, piombo e nichel si prevede un obiettivo del 90% entro la fine del 2027 e del 95 % entro la fine del 2031.
I rifiuti di batterie, cosa sono, chi li produce e chi li raccoglie
I rifiuti di batterie rappresentano una particolare tipologia di rifiuti prodotti dai cittadini, che li possono conferire sia presso le isole ecologiche predisposte dai Comuni e dai Gestori della raccolta e/o dai distributori, cioè qualsiasi soggetto che, nell’ambito di un’attività commerciale, fornisce pile e accumulatori portatili ad un utilizzatore finale. Ai cittadini vanno aggiunti anche i cosiddetti “Grandi utilizzatori”, ovvero soggetti che non sono operatori professionali nel settore dei rifiuti e che, nell’ambito della loro attività, hanno una produzione di rifiuti annua non inferiore a 400 kg, e i “Centri di assistenza tecnica e/o di manutenzione”, soggetti che possono disporre di pile derivanti dalla sostituzione e manutenzione dei prodotti ritirati dalla propria clientela, oppure fornitori di servizi di riparazione, manutenzione, installazione post vendita di ricambi e accessori o, ancora, strutture destinate al riutilizzo di beni in disuso come computer, elettrodomestici, componenti elettronici, ecc.
Tutte le batterie considerate rifiuti, in base alla tipologia, devono essere sottoposti a un processo di trattamento, riciclo, e smaltimento volto a recuperare le materie riutilizzabili e ad evitare che componenti inquinanti siano disperse nell’ambiente.
I dati di Erion Energy sulla raccolta (anno 2024) e il progetto “Energia al Cubo”
Tornando ai dati, come dimostra ogni statistica sulla raccolta di batterie, in buona compagnia dei cugini dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), si continua ad assistere all’emorragia di materiali che, oltre ai gravi danni ambientali (soprattutto se finiti nei circuiti illeciti e/o informali), comporta una perdita netta di risorse strategiche per l’economia, soprattutto per i settori tecnologici necessari alla transizione ecologica in un contesto globale caratterizzato da una forte carenza di materie prime.
Nel dettaglio, il corretto trattamento dei RB gestiti in particolare da Erion Energy in Italia ha permesso di riciclare: oltre 2.400 tonnellate di piombo, pari al peso di 246 nuove batterie al piombo; più di 1.400 tonnellate di ferro, equivalenti a più di 148.000 cerchioni di automobile; 427 tonnellate di zinco, pari a quasi 75.000.000 di monete da 1€ e 42 tonnellate di alluminio, pari a oltre 49.000 moka di caffè. Inoltre, grazie a una gestione virtuosa dei RB nel Paese, si è evitata l’emissione in atmosfera di 1.100 tonnellate di CO2 (corrispondenti a quelle assorbite in un anno da un bosco grande quasi quanto 170 campi da calcio); con un risparmio di oltre 2.800.000 di kWh (pari al consumo elettrico annuo di circa 620 famiglie italiane costituite da 4 persone), e più di 993.000 m3 di acqua (pari al volume di quasi 400 piscine olimpioniche).
Le sfide da affrontare
Per Laura Castelli, Direttore Generale di Erion Energy – che fa parte della galassia del Centro di coordinamento nazionale pile e accumulatori (CDCNPA), che ha il compito di tenere insieme e assicurare una governance unitaria tutti i gestori (14 collettivi e 2 individuali) abilitati alla raccolta –, “Il percorso da compiere è ancora lungo. Restano molte sfide da affrontare”. È, infatti, essenziale “rafforzare le iniziative di sensibilizzazione e informazione oltre a sviluppare soluzioni concrete per incentivare la raccolta. Ciò sarà possibile solo grazie alla collaborazione di tutti gli attori della filiera con il Centro di Coordinamento CDCNPA”.
“Per fortuna le nuove generazioni sembrano già essere un passo avanti. – prosegue Castelli – Grazie al progetto Energia al Cubo, negli ultimi anni abbiamo viaggiato in tutta Italia, incontrando migliaia di bambini e spiegando loro il valore di un gesto semplice ma cruciale per la salvaguardia del nostro Pianeta. Questo mi rende ottimista, perché nei loro occhi ho visto il potenziale per un vero cambiamento”.
L’ultimo Report del Centro di coordinamento nazionale pile e accumulatori (CDCNPA)
Nell’ultimo Report complessivo del Centro di Coordinamento (CDCNPA), i cui dati si riferiscono al 2023, la raccolta di pile e accumulatori portatili si era attestata su un valore assoluto pari a 9.399.640 kg, con un decremento di circa 900.000 kg rispetto all’anno precedente, anche se era aumentato il tasso di raccolta (da 32,21% a 33,6%), principalmente a causa di una sensibile diminuzione dei prodotti nuovi immessi sul mercato. Anche se il tasso di raccolta calcolato dal CDCNPA – come già detto – rimane ancora lontano dai target Ue, va comunque segnalato, si precisa nel Report stesso, che questo “non comprende i quantitativi raccolti da soggetti terzi rispetto ai Sistemi Collettivi e Individuali che formano il CDCNPA stesso: il dato a livello nazionale viene calcolato da ISPRA”.