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Risanamento siti industriali: lezioni dalla Svezia

Il risanamento dei siti industriali in Svezia ha portato alla creazione di quartieri sostenibili, come Hammarby Sjöstad e la bonifica del porto di Göteborg.
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Dal risanamento dei siti industriali alla rigenerazione urbana: ecco come la Svezia ha trasformato le sue aree contaminate in modelli di sostenibilità e cosa può imparare l’Italia.

Il risanamento dei siti industriali è una delle sfide più urgenti per molti Paesi e la Svezia offre un modello efficace in questo ambito. Grazie a politiche ambientali rigorose, tecnologie innovative e una forte collaborazione tra enti pubblici e privati, la Svezia ha trasformato molte aree industriali contaminate in spazi sostenibili e vivibili. Questo approccio integrato non solo migliora l’ambiente, ma stimola anche la rigenerazione urbana, creando nuove opportunità economiche e sociali.

Entriamo nel dettaglio quindi dei casi di successo in Svezia, le tecnologie impiegate e vediamo cosa l’Italia potrebbe imparare da questo modello.

Il modello svedese per la bonifica dei siti industriali

Il risanamento dei siti industriali in Svezia rappresenta un elemento centrale delle politiche ambientali del Paese. Secondo il Climate Change Performance Index (CCPI) 2019 presentato alla conferenza sul clima delle Nazioni Unite, la Svezia è il paese che più si dimostra attivo nel combattere il cambiamento climatico. Infatti nel 2017 il Paese si è giuridicamente impegnato a raggiungere le emissioni zero di gas serra entro il 2045.

Con oltre il 60% del territorio coperto da foreste e solo il 7% destinato all’agricoltura, la Svezia ha capito perfettamente come integrare pratiche sostenibili in vari settori. Questo approccio si riflette nelle strategie di bonifica dei siti industriali dismessi, dove l’obiettivo principale è la riqualificazione ambientale e sociale delle aree contaminate.

Il governo svedese ha implementato politiche rigorose per identificare e bonificare i siti contaminati, coinvolgendo sia le autorità locali che le comunità interessate. Questo approccio collaborativo garantisce che le operazioni di bonifica siano trasparenti ed efficaci, promuovendo al contempo la partecipazione pubblica. Inoltre, la Svezia ha investito significativamente nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie innovative per la decontaminazione, assicurando soluzioni sostenibili e a lungo termine.

Casi di successo in Svezia

In Svezia, il risanamento di aree industriali ha dato vita a quartieri ecologici come Hammarby Sjöstad e ha riqualificato il porto di Göteborg.

La rigenerazione urbana in Svezia ha prodotto numerosi esempi di successo, trasformando aree industriali dismesse in quartieri sostenibili e vibranti. Due casi emblematici sono Hammarby Sjöstad a Stoccolma e la bonifica del porto di Göteborg.

Hammarby Sjöstad: da area industriale a quartiere sostenibile

Hammarby Sjöstad, situato nel sud-est di Stoccolma, rappresenta un esempio emblematico di trasformazione urbana, passando da area industriale a quartiere sostenibile. Negli anni ’90, l’amministrazione comunale avviò un ambizioso progetto di riqualificazione che prevedeva la costruzione di 11.000 alloggi destinati a circa 25.000 abitanti, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale del 50% rispetto agli standard edilizi svedesi dell’epoca.

Il cuore del progetto è il “Modello Hammarby“, un sistema integrato che ottimizza la gestione di energia, acqua e rifiuti. Questo approccio mira a ridurre l’impatto ambientale totale del quartiere, promuovendo soluzioni innovative come la raccolta sotterranea dei rifiuti, che utilizza un sistema di tubazioni a vuoto per trasportare i rifiuti in contenitori centralizzati, eliminando la necessità di camion per la raccolta.

Oltre agli aspetti ambientali, Hammarby Sjöstad offre una qualità della vita elevata ai suoi residenti, con spazi verdi, piste ciclabili e servizi pubblici efficienti che favoriscono l’interazione sociale e il senso di comunità. La combinazione di design sostenibile e infrastrutture moderne ha reso il quartiere un esempio di successo nella rigenerazione urbana.

Grazie a questi interventi, Hammarby Sjöstad è riuscito a trasformare un’area precedentemente degradata in un modello di sostenibilità urbana, dimostrando come una pianificazione attenta e integrata possa portare a risultati significativi in termini di qualità della vita e rispetto ambientale.

La bonifica del porto di Göteborg

La bonifica del porto di Göteborg rappresenta un esempio significativo di impegno ambientale volto a trasformare un’area industriale contaminata in un polo logistico sostenibile. Nel corso degli anni, il porto ha affrontato sfide legate all’inquinamento atmosferico e idrico, derivante sia dalle attività industriali storiche che dal traffico marittimo intenso.

Per contrastare l’inquinamento atmosferico, Göteborg ha aderito al Protocollo di Göteborg del 1999, impegnandosi a ridurre le emissioni di sostanze nocive come ossidi di zolfo, ossidi di azoto, composti organici volatili e ammoniaca. Questa adesione ha portato all’implementazione di misure concrete per migliorare la qualità dell’aria nella regione.

Come riporta il documento dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale “BioGNL nel porto di Göteborg”, il porto svedese di Goteborg offre un servizio di bunkeraggio di biogas, utilizzando sia GNL che BGL, per aumentare l’uso di combustibili rinnovabili nelle navi. L’impianto consente alle navi di fare il rifornimento tramite una condotta fissa con tempi brevi. Il GNL è considerato il combustibile marino più pulito e favorisce la transizione dall’uso di petrolio. Il porto ha anche introdotto uno sconto ambientale per incentivare l’uso di GNL.

Inoltre, il porto ha investito in tecnologie innovative per ridurre le emissioni delle navi in sosta, come il “cold ironing“, che prevede il collegamento delle navi alla rete elettrica del porto, eliminando o riducendo l’uso dei motori ausiliari. Questa soluzione ha contribuito a diminuire l’inquinamento atmosferico locale, migliorando la qualità dell’aria sia per i lavoratori portuali che per i residenti delle zone circostanti.

Per quanto riguarda la bonifica dei sedimenti contaminati nel porto, sono stati effettuati dragaggi mirati per rimuovere i materiali inquinati e ripristinare l’ecosistema marino locale. Questi interventi hanno richiesto l’adozione di tecniche avanzate di trattamento dei sedimenti e una pianificazione attenta per minimizzare l’impatto ambientale durante le operazioni.

Grazie a questi sforzi integrati, il porto di Göteborg è riuscito a ridurre significativamente l’inquinamento ambientale, promuovendo al contempo la sostenibilità nel settore marittimo e portuale. Questa trasformazione ha reso il porto un esempio da seguire per altre città portuali che affrontano sfide simili legate alla contaminazione e alla sostenibilità ambientale.

Tecnologie utilizzate in Svezia per la bonifica ambientale

La Svezia ha adottato diverse tecnologie innovative per il risanamento dei siti industriali e per affrontare la bonifica ambientale, garantendo efficacia e sostenibilità nei processi di decontaminazione.

Una delle tecnologie più promettenti è il sistema SPEARS (Sorbent Polymer Extraction and Remediation System), sviluppato dalla NASA e attualmente in fase di sperimentazione in Svezia. Questo metodo utilizza punte polimeriche riempite con un reagente che assorbe contaminanti come i policlorobifenili (PCB) dai sedimenti. Una volta saturate, le punte vengono rimosse e i contaminanti distrutti tramite processi chimici a basse temperature, senza l’uso di sostanze nocive. Questa tecnologia permette quindi di dare una forte spinta alle bonifiche di aree come moli, porti, aree umide o piloni, il tutto senza distruggere l’habitat acquatico e rispettando l’ambiente.

Oltre a SPEARS, la Svezia impiega tecniche come la bioremediation, che sfrutta microrganismi per degradare contaminanti organici, e il soil washing, che prevede il lavaggio dei suoli contaminati per rimuovere inquinanti. L’adozione di queste tecnologie è supportata da una forte collaborazione tra istituti di ricerca, università e settore privato, allo scopo di portare sempre nuove innovazioni nel campo della bonifica ambientale.

Cosa può imparare l’Italia dal modello svedese

La rigenerazione urbana in Italia sta diventando una priorità per trasformare le aree degradate in spazi sostenibili e vivibili, promuovendo lo sviluppo e la qualità della vita.

L’Italia, con la sua ricca storia industriale, si trova ad affrontare sfide simili nella gestione e bonifica dei siti contaminati. L’esperienza svedese offre diversi spunti che potrebbero essere adattati al contesto italiano.

Innanzitutto, l’approccio integrato e collaborativo adottato dalla Svezia in tema di risanamento dei siti industriali che coinvolge autorità locali, cittadini e attori privati, rappresenta un modello utile per l’Italia. In molti casi, la bonifica dei siti industriali in Italia avviene in modo disorganizzato, con una scarsa partecipazione delle comunità locali e una gestione non sempre trasparente. La Svezia ha dimostrato che coinvolgere la comunità, informarla e garantire il suo supporto è essenziale per il successo delle operazioni di bonifica.

Inoltre, la Svezia ha fatto della ricerca e dello sviluppo tecnologico una priorità. La sperimentazione di nuove tecnologie, come il sistema SPEARS per il trattamento dei PCB, mostra come l’innovazione possa essere un alleato cruciale nel migliorare l’efficacia delle bonifiche. L’Italia, pur essendo un paese con numerosi centri di ricerca di alto livello, potrebbe investire maggiormente nello sviluppo di tecnologie ad hoc per la bonifica dei siti industriali. Utilizzare tecniche come la bioremediation o il soil washing, che sono già in uso in Svezia, potrebbe portare a risultati significativi anche nel nostro paese.

Un altro aspetto importante che l’Italia potrebbe apprendere riguarda la pianificazione urbana sostenibile. I progetti di rigenerazione urbana come Hammarby Sjöstad dimostrano che le aree industriali dismesse non devono essere necessariamente abbandonate o lasciate in stato di degrado. Possono essere riqualificate e trasformate in quartieri vivibili, ecologici e funzionali, con un impatto positivo sull’ambiente e sull’economia locale. Questo tipo di approccio richiede una visione a lungo termine, una pianificazione strategica e l’adozione di principi di sostenibilità che potrebbero essere applicati con successo anche in città italiane, molte delle quali presentano aree industriali dismesse che potrebbero beneficiare di un intervento di rigenerazione.

Infine, il modello svedese dimostra come sia possibile coniugare la crescita economica con la sostenibilità ambientale. In Italia, molte delle politiche di bonifica e rigenerazione urbana non sono ancora sufficientemente allineate con gli obiettivi di sviluppo sostenibile. I progetti in Svezia evidenziano che un’attenzione concreta alla sostenibilità può stimolare non solo la risoluzione di problemi ambientali, ma anche lo sviluppo di nuove opportunità economiche, come la creazione di posti di lavoro nel settore della bonifica e della riqualificazione.

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Rosaria De Benedictis

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