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Temperatura del Mare Adriatico in aumento, quali sono i rischi per l’ecosistema?

Temperatura del mare Adriatico: raggi di sole filtrano dalla superficie
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Ci stiamo avvicinando a un’altra estate. Gli scienziati si interrogano se vi siano rischi legati all’aumento di temperatura del Mare Adriatico, che già preoccupò molto nel corso della bella stagione 2024.

Secondo Giovanni Coppini, ricercatore presso il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, i danni economici dovuti all’innalzamento delle temperatura del Mare Adriatico potrebbero essere davvero ingenti. Il suo timore è condiviso da numerosi colleghi e altri membri della comunità scientifica. Per quale motivo dovremmo preoccuparci se la temperatura delle acqua aumenta? Quali sono le conseguenze per l’ecosistema e per il cittadino?

L’attuale temperatura del Mare Adriatico

“In generale, stiamo osservando un aumento di intensità nella frequenza delle ondate di calore. Si tratta di anomalie persistenti nella temperatura dell’acqua. Le conseguenze a lungo termine sono quelle cui stiamo già assistendo, come la diffusione di specie aliene, pericolose e invasive, come ad esempio il granchio bluIl male delle specie non autoctone è che non hanno rivali naturali presso gli ambienti nei quali proliferano, e sono dunque libere di devastarli.”

Riferì Coppini in un’intervista con il Quotidiano Nazionale, lo scorso luglio, nel momento del massimo aumento recente registrato della temperatura del Mare Adriatico. In quei giorni di anticiclone e caldo africano, come forse qualcuno ricorderà, lo specchio d’acqua che ci divide dai Balcani giunse a una temperatura compresa tra 29 e 30 gradi, rilevata al largo, e, dunque, sicuramente più elevata in prossimità delle coste. L’aspetto maggiormente preoccupante della vicenda è che, di estate in estate, registriamo aumenti rilevanti. Le serie storiche ci dicono che la temperatura si innalza di circa 0,4 gradi ogni decennio. Ciò significa che oggi riscontriamo oltre 1,5 gradi di differenza rispetto a 30 anni fa.

Ecosistemi in sofferenza

Il dato è piuttosto preoccupante. Significa che il bioma Adriatico sta mutando sotto i nostri occhi, tropicalizzandosi. Gli ecosistemi marini e costieri, inevitabilmente, ne soffrono. Non si trovano infatti più a doversi regolare sulla temperatura che li ha caratterizzati per centinaia di migliaia di anni ma su valori sensibilmente più elevati. Nelle parole di Giovanni Coppini:

Ecosistemi fragili come quelli lagunari, collocati, per esempio, nelle valli di Comacchio o a Goro, risentono negativamente dell’aumento di temperatura. L’acqua si rimescola meno facilmente e questo, inevitabilmente, ha un impatto negativo sull’ossigenazione delle nostre coste. Un secondo problema è legato all’aumento del livello del mare. Questo si aggrava a causa della diminuzione della portata dei fiumi e all’ingressione del cuneo salino. Se l’acqua del mare risale troppo il corso del fiume, ciò causerà problemi all’agricoltura, contaminando potenzialmente le falde acquifere. L’agricoltura che usa le acque fluviali ne può risentire. Sicuramente lo fa la maricoltura.”

Relativamente a questo, nel corso della scorsa estate abbiamo assistito a preoccupanti fenomeni. Si pensi al celebre caso della moria di cozze nel Golfo di Taranto. I danni economici all’intero settore della miticoltura furono esosi e lo stesso problema toccò, seppure in misura minore, i loro colleghi emiliano-romagnoli. Memori di quanto successo poco più di 6 mesi fa e avvicinandosi il termine dell’inverno, gli interessati fanno fatica a non ripensare a quanto hanno dovuto vivere.

Temperatura del mare Adriatico: stella marina in fondo al mare
L’innalzamento della tempratura del Mare Adriatico mette a rischio l’intero ecosistema, minacciando in particolar modo la sua biodiversità

Esistono delle soluzioni?

Alla luce di ciò, abbiamo a disposizione delle soluzioni percorribili al fine di evitare che una situazione del genere si ripeta ogni bella stagione? Possiamo fare in modo che episodi come questi non diventino la normalità? Secondo il ricercatore è possibile invertire la rotta:

“Intanto i sistemi di monitoraggio e di allerta devono consentire a cittadini, operatori economici e istituzionali di conoscere, in anticipo, estensione e forza degli eventi estremi. Questo vale sia in estate sia in inverno. Il sistema, dopotutto, è unico. Nella buona stagione ci preoccupiamo del caldo e dell’aumento di salinità, d’inverno di mareggiate e inondazioni costiere.”

Dunque è sbagliato pensare che tale questione sia d’attualità soltanto nei mesi estivi ed è bene richiamare l’attenzione su un simile aspetto già a febbraio, come vogliamo fare con questo articolo. Prosegue Coppini:

“Altro tema: la mappatura del rischio e la pericolosità. E che dire della ricostruzione degli ecosistemi costieri? In questo siamo all’avanguardia. Il centro Euro-Mediterraneo ha sviluppato prototipi in collaborazione con Arpae Emilia Romagna. Sono poi in corso altre collaborazioni internazionali. Si procede esattamente come con le foreste a terra, nelle quali si trapiantano continuamente alberi. Lo stesso possiamo fare in mare, pianificando accuratamente quale sia la zona migliore dove ricostruire la foresta sottomarina. Dalla Puglia in giù, la pianta che vive nel fondo del mare si chiama posidonia.”

L’aumento della temperatura del Mare Adriatico mette a rischio le nostre abitudini

Un innalzamento tanto netto della temperatura dell’acqua del mare non mette soltanto a rischio gli organismi che in quell’acqua dimorano. È infatti pericoloso anche per l’essere umano che vive in simbiosi con lo stesso specchio idrico. Abbiamo già riportato i rischi legati alle attività economiche che dipendono dal mare ma non abbiamo scritto nulla di quelli connessi alla nostra salute. L’aumento del livello delle acque agevola le inondazioni e la diffusione di forme di vita prima estranee, che possono aumentare la pericolosità di un determinato specchio d’acqua o diffondere, all’interno di quell’habitat, malattie prima sconosciute.

Gli effetti delle temperature elevate sulla mortalità sono destinati ad aumentare nel prossimo futuro, con effetti devastanti. Per rallentare, o scongiurare, come ci si auspica, questa eventualità, occorre mettere in atto interventi atti a frenare i trend correnti di riscaldamento globale.

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Mattia Mezzetti

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