La regola del 3 30 300, a volte scritta anche come 3+30+300, si basa sul cosiddetto canopy test e serve per misurare la copertura arborea di un centro urbano. Questa mette in risalto i fattori più rilevanti per la salute e l’ambiente.
Ovunque vi troviate, mentre leggete quest’articolo, affacciatevi alla finestra più vicina. Riuscite a vedere almeno 3 alberi? Ritenete che la copertura arborea ombreggi almeno il 30% del quartiere che vi circonda? E ancora: c’è per caso un parco a non più di 300 metri di distanza? Se a tutte queste tre domande la risposta è sì, complimenti. Significa che nel vostro contesto urbano c’è una buona e necessaria presenza di alberi.
L’importanza degli alberi
In tempi di crisi climatica e perdita della biodiversità, proprio come quelli che stiamo purtroppo attraversando, sappiamo bene quanto le chiome siano importanti. Pensiamo alla loro funzione di mitigazione e di assorbimento della CO2, o alla capacità di mantenere i quartieri più freschi e ricchi di specie differenti ma conviventi. Gli alberi, insieme agli oceani e agli insetti impollinatori, sono elementi naturali indispensabili per la vita sul Pianeta. A essi non si può rinunciare.
In barba a tutto ciò, comunque, per decenni abbiamo continuato a deforestare, prediligendo soltanto determinate specie e cementificando laddove prima spopolavano tronchi. A seguito di queste decisioni malsane, come evidenzia un recente report dello IUCN, l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, nel mondo oggi una specie su tre di alberi è a rischio estinzione. Questi dati vengono continuamente aggiornati e snocciolati nella Giornata nazionale dell’albero, celebrata ogni 21 novembre. Rilievi scientifici di tale portata dovrebbero farci riflettere sull’importanza di lavorare di più al fine di proteggere e tutelare le piante.
Il canopy tree test e la regola del 3 30 300
Allo stato attuale delle cose è difficilissimo trovare città, nel mondo, con il giusto equilibrio di alberi presenti. Attraverso il metodo del canopy tree, basato sullo schema delle tre domande che abbiamo evidenziato qualche riga fa, anche conosciuto come regola del 3 30 300, si è stabilito uno standard minimo per ottenere benefici per la salute urbana. Una recente indagine di The Conversation ha mostrato come, su otto grandi città prese in esame, solo una aveva il corretto rapporto di alberi presenti.
Le analisi sulla copertura arborea di Melbourne, Sydney, New York, Denver, Seattle, Buenos Aires, Amsterdam e Singapore hanno rivelato come solo quest’ultima presenti soddisfacenti risposte alla formula stabilita nel 2022 dal professore olandese Cecil Konijnendijk. È stata la sua professionalità a ideare questo parametro oggi sempre più utilizzato, soprattutto in Europa, e ribattezzato regola del 3 30 300.
L’esempio di Singapore
Singapore, contrariamente a quanto potremmo erroneamente pensare, si è dimostrata l’unica metropoli a poter rispondere con altrettanti sì alle tre domande. L’analisi evidenzia come, per rispettare la regola 3 30 300, occorrano alberi grandi, sani e longevi, piantati vicini tra loro. È anche necessario differenziare le specie, così come investire in una pavimentazione permeabile. Questa consente alla pioggia di infiltrarsi nel terreno. Non si può poi prescindere dalla gestione delle radici. Soprattutto occorre un’equa distribuzione: gli alberi devono essere presenti in tutti i quartieri, non solo presso quelli più ricchi o centrali. Ed è fondamentale l’utilizzo di una tecnologia urbanistica per pianificare.
Nella sola Singapore, dove la copertura arborea è intorno al 50%, aziende specializzate come la startup Greehill hanno creato modelli digitali dei quartieri, simulando scenari su come le piante messe a dimora risponderanno nel tempo. Al fine di proteggere gli alberi e, di conseguenza, la salute degli abitanti, si è sfruttata una formula matematica. Non deve stupire. La tecnologia sa essere utile se si considera che, attualmente, il 38% degli alberi al mondo è a rischio estinzione, secondo le stime del Global Tree Assessment IUCN, ed è necessario invertire in fretta questa rotta.
Dalla regola del 3 30 300 un insegnamento per ogni amministrazione
Malin Rivers, responsabile della valutazione globale degli alberi del Botanic Gardens Conservation International e tra i più vigorosi sostenitori della regola del 3 30 300, ricorda che, assai spesso, è sulle isole che troviamo il più alto numero di alberi minacciati d’estinzione. A suo dire, non è più possibile rimandare la pianificazione delle zone verdi urbane e occorre muovere a partire da:
“Una valutazione completa che presenti il primo quadro globale dello stato di conservazione degli alberi e ci consenta di prendere decisioni di tutela più consapevoli, agendo per proteggere gli alberi laddove sia urgentemente necessario.”
Nel nostro paese dovremmo prestare orecchio a queste considerazioni. Come ci ricordano i dati del report Ecosistema Urbano 2024, a firma di Legambiente, sono solo 9 le città capoluogo che possono vantare più di 100 mq di verde urbano pro capite. Le realtà più verdi sono Isernia, Rieti, Trento e Sondrio, le quali vantano oltre 300 metri quadri di copertura arborea. Quelle con minore superficie verde, invece, sono Savona, Imperia, Lecce, Bari, Foggia, Chieti, Siracusa, Trapani, Messina e Crotone. Per tutte le città italiane, anche per soddisfare i criteri 3 30 300, serve più programmazione e una maggiore consapevolezza sulla necessità della gestione degli alberi nei territori.