900 esperti, tra business leader e responsabili politici, se ne sono detti sicuri: l’emergenza climatica è al centro dei rischi globali. La loro opinione è stata resa pubblica per la ventesima edizione del Global Risks Report, reso pubblico a Davos a margine del World Economic Forum.
Il forum economico di Davos rivela quali siano le sfide geopolitiche, ambientali, sociali e tecnologiche che minacciano la stabilità e il progresso mondiali. Il summit si è tenuto pochi giorni fa e, come c’era da attendersi, ha posto al centro il rischio causato dai conflitti armati tra Stati. Gli scenari di guerra sono considerati la minaccia globale immediata più urgente, nel 2025. Quasi un quarto degli intervistati per il Global Risks Report li considera la preoccupazione maggiore per l’anno appena iniziato. A stretto giro, i rischi ambientali offuscano l’orizzonte, sia sul breve sia sul lungo periodo, per gran parte degli economisti coinvolti nelle interviste propedeutiche al report.
Un decennio cruciale per il mondo
Eventi meteorologici estremi, perdita di biodiversità e collasso degli ecosistemi. Cambiamenti critici dei biomi terrestri e scarsità di risorse naturali, destinata a farsi sempre più severa. Inquinamento e deturpamento del nostro habitat, dell’aria che respiriamo, del suolo su cui camminiamo e dell’acqua che beviamo. In ordine di preoccupazione, questi sono i principali temi toccati dagli intervenuti durante la raccolta dati effettuata prima di compilare il report.
A detta dei leader economici, il prossimo decennio (2025-2035) rappresenta un momento cruciale. Questa riflessione è emersa più volte durante gli incontri organizzati in sede di forum. Secondo Mirek Dušek, il direttore generale del World Economic Forum, il panorama sul lungo periodo è offuscato dai rischi tecnologici legati a disinformazione e fake news, nonché ai possibili impatti negativi delle soluzioni di intelligenza artificiale, che non sono da escludere. Nelle sue parole:
“Le crescenti tensioni geopolitiche, la frattura della fiducia globale e la crisi climatica stanno mettendo a dura prova il sistema globale, come mai prima d’ora. In un mondo segnato da divisioni sempre più profonde e rischi a cascata, i leader globali hanno una scelta: promuovere la collaborazione e la resilienza o affrontare l’instabilità crescente. La posta in gioco non è mai stata così alta”.
Il 64% degli esperti intervenuti a Davos prevede un ordine globale frammentato e caratterizzato dalla competizione tra medie e grandi potenze, per il prossimo futuro. Ci si aspetta quindi una certa instabilità entro i prossimi due anni, a testimonianza della diffusa frattura della cooperazione internazionale. Le proiezioni sul lungo periodo segnalano sfide ancora più grandi, poiché si prevede che i meccanismi di collaborazione dovranno affrontare pressioni crescenti.
Il Global Risks Report 2025
Il rapporto Global Risks Report 2025, come ogni anno, vuole essere molto inclusivo e raccogliere le opinioni di quanti più esperti possibile. Per questa edizione, sono intervenuti oltre 900 individui, esperti di rischi globali, responsabili politici e business leader. Le interviste sono state portate avanti a partire da settembre 2024 e delineano un quadro piuttosto cupo per il decennio a venire. I rischi identificati come seri, e prossimi ad aumentare di gravità, sono ben 33. Quel che è peggio è che appaiono più preoccupanti le prospettive globali di lungo termine rispetto a quelle più immediate.
Quasi due terzi degli intervistati prevedono un panorama globale definito turbolento, entro il 2035. In particolare, questa convinzione si deve all’intensificarsi costante delle sfide ambientali, tecnologiche e sociali.
I rischi sociali evidenziati sono disuguaglianza e polarizzazione all’interno delle società. Questi occupano un posto di rilievo nella classifica dei rischi a breve e a lungo termine. Come si può leggere nel report, assistiamo al consolidamento di problemi che possono esacerbare l’instabilità già presente, complicando in maniera considerevole gli sforzi dei singoli Stati per affrontare le sfide globali.
“Le attività economiche illecite, l’aumento del debito e la concentrazione di risorse strategiche evidenziano vulnerabilità che potrebbero destabilizzare l’economia globale nei prossimi anni.”
Il Global Risks Report sottolinea l’interconnessione tra clima e conflitti bellici
“Dai conflitti ai cambiamenti climatici, stiamo affrontando crisi interconnesse che richiedono un’azione coordinata e collettiva. È urgente un rinnovato impegno per ricostruire la fiducia e promuovere la cooperazione. Le conseguenze dell’inazione potrebbero farsi sentire per le generazioni a venire.”
Il pensiero di Mark Elsner, il responsabile della Global Risks Initiative al World Economic Forum, ovvero colui che coordina tutte le attività necessarie a redarre il report, suscita una riflessione su come sia sbagliato ragionare per compartimenti stagni. A suo modo di vedere, non è possibile risolvere la questione ambientale se non si riesce a evitare di farsi la guerra. Come hanno sottolineato più volte esperti ed economisti mondiali durante il forum, tra il 20 e il 24 gennaio scorsi, la collaborazione è la chiave per la stabilità. Bisogna lavorare assieme per il bene del pianeta, non sganciare bombe oltre il confine.
Il Global Risks Report 2025 parla chiaro: è necessario mettersi attorno allo stesso tavolo e farlo velocemente, altrimenti non vi sarà più tempo per invertire la rotta mortale che abbiamo intrapreso e la nostra autodistruzione sarà definitivamente avviata.