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Case in sughero, innovazione sostenibile nell’edilizia green

Case in sughero: tappi per vino
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Ai numerosi materiali edili in sperimentazione o consolidamento si deve aggiungere il sughero. Esso evidenzia caratteristiche premianti sotto numerosi aspetti, dalla sostenibilità alla circolarità, fin dalla linea di produzione. 

A qualcuno potrebbe suonare strano, ma ormai non vi sono più dubbi al riguardo: il sughero è un materiale naturale perfetto per l’edilizia. I portoghesi, a quanto pare, lo sanno bene. I lusitani, non a caso, producono il 53% della materia prima mondiale e ne lavorano oltre il 70%. Soltanto a quelle latitudini si contano più di 70 milioni di piante, le quali occupano 730mila ettari di foreste e ricoprono l’8% del territorio. Su scala planetaria, si tratta del 34% della superficie mondiale adibita a tale coltivazione. I dati sono del Cork Quality Council. Delle circa 100mila persone direttamente impegnate nella filiera, almeno un quinto vive qui. Le case in sughero, però, non sono certo soltanto affari del Portogallo.

Il virtuoso ciclo produttivo del sughero

Tra i tratti distintivi del ciclo produttivo del sughero troviamo una particolare attenzione a sostenibilità e circolarità. Il materiale sta guadagnando via via maggiore popolarità, dal momento che si presta a numerosi impieghi nel campo delle costruzioni e ristrutturazioni edili. Pensiamo soltanto alle case in sughero espanso, la cui produzione esalta le caratteristiche della materia prima, valorizzandola e rendendola adatta a questa destinazione d’uso.

Una lavorazione artigianale e tradizionale

La tradizione che lega il Portogallo al sughero affonda le sue radici nel Medioevo. Editti reali e piantumazione programmata accompagnano questa coltura fin dalla notte dei tempi. La gestione del sughereto non è soltanto una tradizione antica, bensì anche un’operazione dal valore importante in termini ambientali. Si tratta di uno dei 35 ecosistemi più ricchi e importanti per la biodiversità globale. Può infatti ospitare oltre 200 specie di uccelli, mammiferi, rettili e anfibi. Secondo le stime, per ogni mille metri quadri esistono 135 specie differenti di piante.

Le foreste di querce da sughero nel bacino del Mediterraneo occidentale sequestrano circa 30,66 milioni di tonnellate di anidride carbonica, ogni anno. Parliamo dell’equivalente di 15 tonnellate all’ettaro. Il solo Portogallo è responsabile per la ritenzione di circa 10 milioni di tonnellate di anidride carbonica. La quercia da sughero, ad ogni modo, non si limita a promuovere ed eseguire la cattura e il sequestro della CO2, bensì è preziosa per molti altri aspetti. Tra questi, previene il degrado del suolo, combatte la desertificazione, e si pone come barriera alla propagazione degli incendi.

Nelle sugherete avviene la cosiddetta decortica, la prima fase del ciclo di vita del sughero inteso come materiale. Il lavoro che avvia la pianta a dare origine e concretezza a una casa di sughero, ancora oggi, è totalmente manuale e tra i più specializzati del settore. Il primo raccolto avviene quando la quercia ha 25 anni di età e le decortiche successive si portano a termine ogni nove o più anni, ripetendosi per circa 15/18 volte.

Le case in sughero, vero materiale circolare

Il sughero è un materiale ideale per l’edilizia

Il sughero ha numerose destinazioni d’uso, dai materiali da costruzione alle guarnizioni. Come tutti ben sappiamo, poi, è il materiale di elezione nella produzione di tappi per le bottiglie di vino. In Portogallo i tappi rappresentano il 25% circa della produzione totale in peso e il 72% dei ricavi dell’industria. Il sughero estratto con le prime due decortiche, dunque proveniente da piante tutto sommato giovani, si presta idealmente all’impiego in edilizia. È utile per realizzare pavimenti, rivestimenti e pannelli isolanti auto-espansi. A partire dalla terza decortica, invece, il materiale si raffina e si ottiene il sughero più pregiato, ideale nella produzione di tappi di elevata qualità.

Il sughero espanso presenta caratteristiche eccellenti, sia in termini di durevolezza, sia per quanto riguarda l’insensibilità all’umidità. Tale materiale:

“è incapace di assorbire acqua per capillarità, diventando così utile per essere usato come zoccolatura contro terra, invece dei pannelli sintetici, ma anche come rivestimento faccia a vista senza rasatura”

spiega Giacomo Maffezzini, CEO della Tecnosugheri, un’azienda italiana che, da oltre 30 anni, è importatrice di sughero espanso nonché titolare del marchio CORKPAN, come è stato chiamato il pannello totalmente naturale e prodotto senza uso di collanti. Il sughero espanso esalta le caratteristiche della materia prima, che ha nella durevolezza, nelle capacità isolanti e nella leggerezza i suoi punti forti. È ottenuto da una lavorazione che non richiede collanti o altri additivi chimici.

Caratteristiche vincenti

Il processo di espansione consiste nella ridistribuzione della corteccia, in precedenza stagionata, selezionata e ridotta a granulo all’interno di blocchiere metalliche, attraverso lo sfruttamento di vapore acqueo. Sottoposto a questo trattamento, il legno rilascia sostanze cerose, quali suberina e lignina, permettendo ai granuli di auto-collarsi, come si dice in gergo, senza alcuna necessità di aggiungere altre sostanze di sintesi, come colle o soluzioni chimiche. Tutto questo consente di dar vita a un prodotto dalle caratteristiche uniche.

Il materiale ottenuto è infatti naturale, riutilizzabile e riciclabile a fine vita, oltre che CO2 negative, dal momento che ogni chilogrammo di sughero ne sequestra 1,77 di anidride carbonica dall’ambiente.

Questo legno è insensibile all’acqua, ha durabilità illimitatastabilità dimensionale e capacità coibente ottimale. Non solo. Possiede ottima resistenza al fuoco e alle alte temperature, brucia senza produrre fiamma e non emette gas tossici durante la combustione. Il sughero espanso è poi eccezionalmente elastico, oltre che resistente alla compressione.

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Mattia Mezzetti

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