Il 2025 è iniziato all’insegna del fenomeno climatico conosciuto come La Niña, che ha portato l’aumento di perturbazioni atlantiche nel Mediterraneo e l’arrivo di masse di aria fredda sull’Italia. Un ritorno all’inverno tradizionale.
Questi primi mesi del 2025 sono e saranno caratterizzati dalla presenza del fenomeno climatico chiamato la Niňa. Secondo l’ultimo aggiornamento dell’Organizzazione Metereologica Mondiale (World Meteorological Organization), un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite nelle scienze dell’atmosfera e nella meteorologia, il fenomeno climatico ENSO (El Niňo Southern Oscillation), fra dicembre 2024 e marzo 2025 si trova infatti nella fase Niňa. Il fenomeno dovrebbe risultare abbastanza debole come anche indicano le previsioni del Climate Prediction Center (CPC) del National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), nelle sue previsioni invernali.
Il fenomeno climatico ENSO: cosa è e quali sono le sue conseguenze
ENSO è un fenomeno climatico costituito da tre fasi:
- El Niño,
- La Niña,
- una fase neutra.
Il termine Niña si riferisce al raffreddamento delle temperature superficiali dell’Oceano Pacifico equatoriale, nelle aree centrale e orientale. Questa fase determina cambiamenti nella circolazione atmosferica tropicale, nei venti, nella pressione e nelle precipitazioni.
In generale, La Niña produce impatti climatici su larga scala opposti al Niño, soprattutto nelle regioni tropicali. Gli ultimi dati del World Meteorological Organization e del Climate Prediction Center confermano che siamo già all’interno della fase Niña e che il ritorno alle condizioni neutre di ENSO è previsto nel periodo di marzo – aprile.
Il monitoraggio delle fasi del fenomeno ENSO si basa sui valori dell’Oceanic Niño Index, che viene determinato in base alle variazioni delle temperature superficiali del mare (Sea Surface Temperatures), calcolate rispetto a un periodo base di 30 anni.
Quando l’Oceanic Niño Index supera le soglie predefinite nelle acque delle regioni centrale e orientale del Pacifico equatoriale (> 0,5°C) si produce la fase del Niño che porta all’indebolimento dei venti orientali, per cui le grandi perturbazioni si dirigono verso le coste delle Americhe.
Le anomalie negative (< 0,5°C) sono associate alla Niña, con i venti orientali che diventano più forti, spostando le precipitazioni verso l’Asia.
Il sistema climatico terrestre: quali variabili lo influenzano
L’oscillazione meridionale di ENSO non è l’unico motore del sistema climatico terrestre. L’Organizzazione Meteorologica Mondiale pubblica regolarmente aggiornamenti climatici stagionali globali (Global Seasonal Climate Update) basati anche sulle influenze di altre importanti modalità di variabilità climatica, tra cui l’oscillazione del Nord Atlantico, l’oscillazione artica e il dipolo dell’Oceano Indiano.
Gli aggiornamenti monitorano anche lo stato delle anomalie dell’indice della temperatura superficiale delle acque dell’Atlantico tropicale settentrionale e meridionale.
Gli effetti della Niña in Europa e in Italia
Quali saranno gli effetti de La Niña sull’Europa e in particolare sul nostro Paese e sull’inverno 2025 del Mediterraneo? Secondo alcuni ricercatori il ritorno della Niña sta aumentando l’ingresso di perturbazioni atlantiche nel Mediterraneo. L’inizio del 2025 è infatti caratterizzato da abbondanti nevicate, con fenomeni più marcati sulle regioni settentrionali e appenniniche.
Queste condizioni climatiche potrebbero essere potenziate da un veloce aumento delle temperature nella stratosfera sopra al Polo Nord (stratwarming) che indebolirebbe il vortice polare, favorendo la discesa di masse d’aria fredda verso il Mediterraneo e quindi anche verso l’Italia. Un ritorno all’inverno tradizionale.