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El Niño: gli effetti in Italia del fenomeno climatico globale

Un'area desertica
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A scadenza più o meno regolare, una determinata area dell‘Oceano Pacifico (quella Centro-Meridionale e Orientale, nei pressi dell’America del Sud) si surriscalda di almeno 0,5 °C, generando una serie di conseguenze climatiche a catena che si percepiscono nei quattro angoli del globo, Italia compresa. Scopriamo insieme come avviene questo fenomeno, anche chiamato El Niño, e quali sono i suoi effetti.

Indice contenuti

Che cos’è El Niño

Ecco tutto quello che è necessario sapere riguardo agli effetti climatici che l'importantissima corrente tropicale de El niño ha in Italia.
Nuvole intorno al Colosseo a Roma

Il fenomeno noto come El Niño comporta un aumento delle temperature della superficie oceanica, con valori superiori alla media nelle acque tropicali del Pacifico centrale e orientale. I venti di bassa quota, che di solito soffiano lungo l’equatore da est verso ovest (i venti orientali), tendono in questo caso a indebolirsi o, in certi casi, a invertire la loro direzione, iniziano cioè a soffiare da ovest a est (“venti occidentali“). El Niño si manifesta in modo irregolare, con intervalli che vanno da due anni fino a dieci, e ogni episodio presenta caratteristiche uniche.

L’ultima manifestazione de El Niño tra il 2023 e il 2024, in particolare, ha generato effetti decisamente evidenti: l’evento ha infatti registrato un valore massimo di circa 2,0 °C al di sopra della temperatura media della superficie marina nel Pacifico tropicale orientale e centrale, calcolata rispetto al periodo 1991-2020. Questo lo ha reso uno dei cinque eventi di El Niño più intensi mai registrati, anche se comunque meno potente rispetto agli eventi del 1997/98 e del 2015/2016.

Va detto, in ogni caso, che esiste anche un fenomeno “inverso”, chiamato La Niña, che si riferisce al raffreddamento periodico delle temperature superficiali dell’oceano nel Pacifico equatoriale centrale e centro-orientale. Solitamente, gli eventi di La Niña si verificano ogni 3-5 anni, anche se, in alcuni casi, possono manifestarsi in anni consecutivi.

Gli effetti a livello globale

Anche se l’oceano Pacifico si trova a migliaia di chilometri di distanza dalle nostre latitudini o di altre aree geografiche, questo non significa che generi degli effetti ovunque, tutt’altro.

El Niño è infatti di norma associato a un aumento delle precipitazioni, che provocano inondazioni (anche molto gravi) nel Corno d’Africa e nel sud degli Stati Uniti, e a condizioni insolitamente secche e calde nel Sud-est asiatico, in Australia e nell’Africa meridionale. Si è inoltre dimostrato capace di aggravare la siccità nella parte settentrionale del Sud America e ha contribuito a creare condizioni più aride e calde in alcune aree dell’Africa meridionale.

Molto interessante da questo punto di vista l’opinione della Direttrice del Servizio meteorologico nazionale dell’Argentina Celeste Saulo, che nel merito della questione ha dichiarato:

Gli eventi di El Niño hanno un impatto significativo sulle società e sulle economie. Le previsioni stagionali accurate della comunità dell’Organizzazione Mondiale della Metereologia hanno aiutato i paesi a prepararsi in anticipo, cercando di limitare i danni nei settori sensibili al clima, come l’agricoltura, le risorse idriche e la salute. Gli avvisi precoci su fenomeni meteorologici e climatici estremi legati a El Niño hanno salvato innumerevoli vite.

Gli effetti de El Niño in Italia

E per quanto riguarda l’Italia, invece? L’estate 2024 è stata nel nostro Paese la più calda di sempre anche in funzione degli effetti di questo fenomeno. In tutto il continente europeo, i Paesi del Mediterraneo hanno registrato i maggiori aumenti di temperatura, con valori superiori alla media nelle regioni dell’Europa meridionale e orientale. In controtendenza, invece, l’area costiera atlantica del Portogallo, il nord-ovest di Irlanda e Regno Unito, l’Islanda e la Norvegia meridionale, dove le temperature sono risultate inferiori alla media.

In Italia, inoltre, come da previsioni dei mesi precedenti, abbiamo assistito ad una primavera anticipata e solitamente più calda rispetto agli scorsi anni.

I rischi per il nostro Paese

Il fenomeno climatico chiamato El niño ha degli effetti concreti non soltanto sul Pacifico ma su tutto il mondo, Italia compresa: scopriamoli.
Un uragano visto dallo spazio

La comunità scientifica ci sta avvisando da ormai diversi anni dei rischi potenziali associati a questi tipi di cambiamenti climatici a livello macro. Tanto più i nostri mari si scaldano, compreso il Mar Mediterraneo, tanto più c’è il pericolo di assistere ad eventi meteorologici estremi come tornado, mareggiate, downburst, grandinate e simili.

Si tratta di situazioni particolarmente pericolose soprattutto per chi si trova a vivere lungo la costa o lungo il letto dei fiumi, perché in questi casi diventa reale la possibilità che la forza travolgente dell’acqua cancelli tutto ciò che si trova sul suo cammino. A qualcosa di simile tra l’altro il nostro Paese ha assistito proprio di recente, con la terrificante inondazione che ha colpito l’Emilia Romagna nella primavera del 2023 provocando 17 morti e migliaia di sfollati. Ancor più drammatico il bilancio dell’alluvione che ha interessato la comunità di Valencia, che tra fine ottobre e i primi di novembre 2024 ha causato la morte di 229 persone.



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Alberto Muraro

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