Sappiamo bene quanto sia importante limitare al massimo la produzione di rifiuti e, nel caso in cui se ne producano, quanto sia fondamentale adoperarsi per effettuare correttamente la raccolta differenziata. Si tratta di principi talmente rilevanti dal punto di vista ambientale che in alcuni Comuni italiani si è deciso di premiare i cittadini più virtuosi da questo punto di vista. Ecco su quali basi si poggia la tariffa corrispettiva sui rifiuti, della quale vi parleremo in modo approfondito qui di seguito.
Indice contenuti
- Cos’è la tariffa corrispettiva sui rifiuti
- Dove viene applicata la misura
- Il calcolo della tariffa corrispettiva per i privati
- Il calcolo della tariffa per le aziende
Cos’è la tariffa corrispettiva sui rifiuti
La tariffa corrispettiva è un premio destinato agli individui che fanno più raccolta differenziata di altri: le agevolazioni previste in questi casi si concretizzano in sconti in bolletta (bonus) e delle penali per chi non si impegna abbastanza (malus). Grazie a un sistema di rilevazione chiamato “Tag”, applicato ai kit di raccolta distribuiti da Alia, i rifiuti prodotti vengono registrati e associati a ciascun utente. La tariffa copre i costi dei servizi di gestione dei rifiuti, come raccolta, trattamento e smaltimento, ed è obbligatoria per chi possiede o utilizza locali o aree che possono produrre rifiuti, compresi ovviamente anche i bar o i ristoranti.
La tariffa corrispettiva punta a garantire bollette più equilibrate. Famiglie con lo stesso numero di componenti e la stessa metratura dell’immobile, o aziende della medesima categoria, possono dunque ricevere importi differenti a seconda delle loro abitudini di gestione dei rifiuti.
Dove viene applicata la misura
La tariffa corrispettiva sui rifiuti non è una misura applicata a livello nazionale. Al momento è infatti attiva solo sull’area servita da Alia, la società che gestisce il ciclo integrato dei rifiuti nella Toscana centrale e che eroga servizi ambientali in 58 Comuni compresi tra le Province di Firenze, Prato e Pistoia, raggiungendo circa 1,5 milioni di abitanti.
Fino al 2024, la tariffa corrispettiva sui rifiuti è stata attiva per i comuni di Borgo San Lorenzo, Capraia e Limite, Castelfiorentino, Empoli, Certaldo, Chiesina Uzzanese, Fiesole, Fucecchio, Gambassi Terme, Lastra a Signa, Montelupo Fiorentino, Monsummano Terme, Montale, Montespertoli, Pieve a Nievole, Scarperia e San Piero e infine Vinci. A partire dal 2025 sarà attiva anche nei Comuni di Campi Bisenzio, Carmignano, Poggio a Caiano e infine Quarrata.
Il calcolo della tariffa corrispettiva per i privati
La tariffa prevede sempre una parte fissa e una variabile.
Per quanto riguarda i privati, la parte fissa dipende dalla metratura dell’immobile e dal numero di membri della famiglia, mentre la parte variabile prende in considerazione la proporzione tra rifiuti differenziati e indifferenziati prodotti dall’utente.
Tutte le famiglie presentano una determinata soglia minima di conferimenti per i rifiuti non differenziabili, che costituisce la loro base di partenza. Tale soglia è uniforme in tutti i comuni dove si applica la tariffa corrispettiva, con l’eccezione di Lastra a Signa: in questo caso specifico, infatti, il sistema di raccolta è misto e l’indifferenziato viene conferito nei cassonetti stradali.
Mentre nella maggior parte dei Comuni il minimo varia in base al numero di componenti (ovvero 20 litri per una persona, 40 per due, 60 per tre, 75 per quattro, 90 per cinque e 100 per nuclei con più di cinque membri), diverso è il discorso per Lastra a Signa, dove tale limite minimo è fissato a 20 litri a trimestre per ogni membro della famiglia.
Per il resto, se una famiglia differenzia il 50% o meno dei rifiuti prodotti, il suo livello di raccolta differenziata è considerato insufficiente: in questo caso, per ogni conferimento di rifiuti indifferenziati oltre la soglia minima, verrà applicata una penalizzazione in bolletta. Se invece la raccolta differenziata si collocasse tra il 51% e il 79% del totale, non ci sarebbero né penalizzazioni né sconti. Infine, se la raccolta differenziata superasse o raggiungesse l’80%, la famiglia verrebbe considerata virtuosa e otterrebbe un bonus, con una riduzione della parte variabile della tariffa.
Il calcolo della tariffa per le aziende
Anche per le aziende la tariffa corrispettiva prevede una parte fissa, determinata dalla superficie dell’attività e dalla categoria di appartenenza, e una parte variabile, legata alla quantità di rifiuti differenziati e indifferenziati prodotti.
Nella maggior parte dei Comuni, ad eccezione di Lastra a Signa, ogni azienda deve effettuare almeno due conferimenti al mese per ciascun contenitore assegnato. Il numero e le dimensioni dei contenitori sono definiti in base alle esigenze dell’azienda. Rifiuti differenziati come organico, carta, cartone e imballaggi non generano costi aggiuntivi.
Qui di seguito trovate le percentuali di raccolta differenziata necessaria per avere accesso al bonus (o, in alternativa, al malus) a seconda dei casi.
Attività che producono pochi rifiuti organici (uffici, negozi, autofficine, ecc.):
- ≤ 30% di raccolta differenziata: penalizzazione per ogni conferimento di indifferenziato oltre i minimi;
- 31%-59%: tariffa base, senza bonus né penalizzazioni;
- ≥ 60%: bonus con riduzione della parte variabile.
Attività che producono rifiuti organici (bar, ristoranti, ecc.):
- ≤ 50% di raccolta differenziata: penalizzazione per ogni conferimento di indifferenziato oltre i minimi;
- 51%-79%: tariffa base senza penalità;
- ≥ 80%: bonus con riduzione della parte variabile.