Nessun segnale che il mondo abbia raggiunto il picco di emissioni di CO2 da fonte fossile, nonostante sia sempre più urgente limitarle per arginare gli effetti del cambiamento climatico. È quanto emerge dal rapporto del Global Carbon Project sulle emissioni di anidride carbonica nel 2024. Prosegue l’andamento crescente delle emissioni da fossili mentre riprendono a salire quelle legate alla deforestazione dei terreni e al loro cambio di destinazione d’uso, scese del 20% negli ultimi 10 anni.
Secondo una ricerca del Global Carbon Project, le emissioni globali di CO2 nel 2024 hanno raggiunto un livello record: un miliardo di tonnellate in più rispetto all’anno precedente. Le stime del rapporto Global Carbon Budget 2024, realizzato da un team internazionale di oltre 120 scienziati e pubblicato sulla rivista Earth System Science Data, parlano di 37,4 miliardi di tonnellate di emissioni di anidride carbonica da combustibili fossili, con un aumento dello 0,8% rispetto al 2023. Considerando anche le emissioni derivanti dal cambiamento di destinazione d’uso dei terreni, come la deforestazione (che pesano per circa 4,2 miliardi di tonnellate),le emissioni totali di CO2 ammonterebbero a 41,6 miliardi di tonnellate nel 2024, contro i 40,6 miliardi di tonnellate del 2023.
E, a quanto pare, non è finita qui, perché i ricercatori del Global Carbon Project sottolineano come non vi sia ancora “nessun segnale” che il mondo abbia raggiunto il picco delle emissioni di CO2 da fonte fossile, nonostante l’urgente necessità di ridurle per rallentare il cambiamento climatico in atto.
Secondo il Global Carbon Budget, un riscaldamento globale sempre più pericoloso
Secondo il team di ricerca – che comprende l’Università di Exeter, l’Università dell’East Anglia (UEA), il Centro CICERO per la ricerca climatica internazionale, l’Università Ludwig-Maximilian di Monaco, l’Alfred-Wegener-Institut e altre 80 istituzioni di tutto il mondo – il continuo aumento del livello di CO2 nell’atmosfera sta provocando un riscaldamento globale sempre più pericoloso. “Il tempo stringe per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi” ha detto il professor Pierre Friedlingstein, del Global Systems Institute di Exeter, esortando i leader mondiali recentemente riuniti alla COP29 ad accelerare una profonda riduzione delle emissioni da combustibili fossili. “Finché non raggiungeremo emissioni nette di CO2 a livello globale, le temperature mondiali continueranno a salire e a causare impatti sempre più gravi”, ha aggiunto Friedlingstein.
Scese per 10 anni, risalgono nel 2024 le emissioni legate alla deforestazione
La nota del Global Carbon Project mette in evidenza che – contrariamente a quanto avvenuto nell’ultimo decennio, in cui il livello di emissioni complessive è rimasto per lo più invariato, con un aumento delle emissioni di CO2 da fonte fossile compensato da una diminuzione, in media, delle emissioni di CO2 relative al cambiamento di destinazione d’uso dei terreni – quest’anno sono aumentate entrambe le tipologie di emissioni di anidride carbonica.
Con una crescita di quelle legate al cambiamento di destinazione d’uso del suolo, provocata dalla deforestazione e dagli incendi durante l’evento climatico El Niño ed esacerbata dalla siccità. A livello globale, le emissioni derivanti dal cambiamento di destinazione d’uso dei terreni sono diminuite del 20% nell’ultimo decennio, ma aumentano nel 2024. Attraverso la riforestazione e la creazione di nuove foreste si sta compensando circa la metà delle emissioni da deforestazione permanente. Mentre livelli di rimozione del biossido di carbonio basati sulla tecnologia (esclusi i mezzi basati sulla natura come la riforestazione) rappresentano solo un milionesimo della CO2 emessa dai combustibili fossili. I livelli di CO2 nell’atmosfera sono destinati a raggiungere 422,5 parti per milione nel 2024, 2,8 parti per milione in più rispetto al 2023 e il 52% in più rispetto ai livelli preindustriali.
Quasi esaurito il tempo per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C
Quanto manca dunque al fatidico superamento dell’aumento di 1,5°C della temperatura media mondiale rispetto ai livelli preindustriali? Soglia da non superare, secondo l’Accordo di Parigi, per limitare i rischi e gli effetti del cambiamento climatico. Lo studio stima su più anni, e non per un singolo anno, il “budget di carbonio” rimanente prima che 1,5°C vengano superati. Al ritmo attuale delle emissioni, secondo il team del Global Carbon Budget, c’è il 50% di probabilità che il riscaldamento globale superi costantemente gli 1,5°C in circa sei anni. Una stima incerta soprattutto a causa delle difficoltà di prevedere i livelli di riscaldamento provocato dai gas diversi dalla CO2 (ad esempio, CH4, N2O, aerosol). È chiaro, però, che il tempo rimasto per rimanere entro 1,5°C ed evitare i peggiori impatti del cambiamento climatico è quasi esaurito.