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Citizen science sul suolo, importante ma ancora poco impiegata in Europa

Citizen science sul suolo
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Lo “State of Soils in Europe 2024” del Joint Research Centre dall’Agenzia Europea dell’Ambiente descrive il ruolo della scienza partecipata (citizen science) per una migliore conoscenza dei suoli europei e per un crescente coinvolgimento e sensibilizzazione dei cittadini

Aumenta la consapevolezza sui benefici della citizen science, la scienza partecipata. Tra gli ambiti che potrebbero giovarsene, ovviamente anche gli studi sul suolo.  Ce lo hanno ricordato il Joint Research Centre (JRC) e l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) nello “State of Soils in Europe 2024”.

“La citizen science offre un approccio partecipativo alla ricerca sul suolo, consentendo alle comunità di contribuire con dati e approfondimenti”, si legge nel documento. Lo State of Soils in Europe esplora il contributo cruciale della scienza partecipativa nella valutazione delle condizioni del suolo e nella sua tutela. I cittadini, con attività di monitoraggio e raccolta dati, integrano le indagini scientifiche tradizionali, migliorando la comprensione delle condizioni e del degrado del suolo. Molto spesso queste attività sono rese possibili dall’uso di tecnologie digitali e strumenti open.

Ma i benefici di questo approccio vanno oltre la possibilità di generare dati che un approccio tradizionale non sarebbe in grado di raccogliere: perché, “la collaborazione tra cittadini e ricercatori favorisce la co-creazione di progetti, portando a un cambiamento dei comportamenti e a un impatto sulla società”. È quello che, con un po’ di enfasi, viene chiamato “impatto trasformativo”. Si tratta però di opportunità spesso non colte: “Il suolo – leggiamo ancora del documento JRC e AEA – è ancora scarsamente monitorato dai cittadini scienziati rispetto all’acqua e all’aria, principalmente a causa della complessità dei suoli, all’assenza di regolamenti governativi finalizzati alla protezione del suolo e alla mancanza di finanziamenti”.

Citizen scienze per il suolo e norme Ue

Come Rigeneriamo il territorio ha raccontato, la scienza partecipativa consente ai cittadini di contribuire alla raccolta e all’analisi dei dati sul suolo, arricchendo i data set su cui sono edificate le conoscenze scientifiche. “La scienza partecipativa si è affermata come approccio innovativo per monitorare il suolo, coinvolgendo il pubblico in attività di raccolta dati attraverso piattaforme digitali e metodologie condivise”, si legge nel rapporto.  Grazie alla diffusione di tecnologie open-source e di app mobili, i cittadini possono raccogliere dati in modo affidabile e su larga scala su nutrienti, contaminanti e biodiversità. Ad essere coinvolti possono essere attori diversi come agricoltori, scuole e associazioni. E l’impiego dell’intelligenza artificiale cambierà ancora il modo in cui vengono monitorate le condizioni del suolo, offrendo strumenti innovativi per una gestione sostenibile.

Perimetro e risultati della scienza partecipativa sul suolo europeo

Una ricerca pubblicata nel marzo di quest’anno e descritta nello State of Soils in Europe 2024 ha documento ha esaminato i progetti europei di citizen science sui suoli rilevando che più della metà di questi ha analizzato orti urbani (58%), il restante 42% terreni destinati all’agricoltura.

Con risultati che hanno arricchito aspetti diversi dalla conoscenza dei suoli:

  • oltre il 66% dei progetti ha generato dati sulla biodiversità del suolo;
  • il 54% sulla copertura vegetale;
  • il 42% sul carbonio organico nei terreni;
  • il 30% ha prodotto dati sui nutrienti e sul pH del suolo;
  • il 20% sull’eccesso di nutrienti e sali;
  • il 17% sugli inquinanti.

Oltre la raccolta dati

Come abbiamo accennato, i protagonisti della scienza partecipata non sono solo braccia che posizionano rilevatori e mani che registrano i risultati. “La comunità della citizen science – si legge nello studio – sta iniziando a esplorare e ad adottare metodi collaborativi e co-creati, in cui la partecipazione va oltre la raccolta dei dati per arrivare alla co-progettazione dei progetti”. Cresce insomma ed evolve il protagonismo dei cittadini. E questa evoluzione produce cambiamenti non solo negli approcci scientifici, ma anche nella società: “Quando cittadini e ricercatori si uniscono in contesti interdisciplinari, sviluppando e implementando progetti di ricerca a lungo termine, è più probabile che i risultati contribuiscano a un cambiamento sostenibile dei comportamenti”. Ad esempio, lo studio ricorda che la collaborazione scientifica con i cittadini è un fattore chiave per ottenere una risposta adeguata della società in tempi di stress ambientale.

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