Ogni singolo prodotto che viene quotidianamente immesso nel mercato e acquistato dai clienti delle aziende passa necessariamente per una serie di fasi obbligate: si passa dalla produzione, alla distribuzione, per l’acquisto, l’utilizzo e infine il suo smaltimento. Questo processo si chiama in gergo tecnico “ciclo di vita del prodotto” e la sua valutazione ci permette di sviluppare una maggiore consapevolezza ambientale e migliorare i livelli di sostenibilità del prodotto stesso. Scopriamo dunque insieme tutto quello che è necessario sapere riguardo al life cycle assessment.
Indice contenuti
- Cosa si intende con life cycle assessment
- L’importanza dell’assessment
- La conformità alle normative
- Lo sviluppo di nuovi prodotti
- Un esempio pratico
Cosa si intende con life cycle assessment
Anche chiamato LCA, misura l’impatto ambientale di un prodotto in ogni fase della sua vita, dalla produzione allo smaltimento (o riciclo, ecc.). L’obiettivo di una LCA non è solo generare dati utili, ma anche facilitare le decisioni in materia ambientale. Il risultato finale dovrebbe essere rendere un prodotto, di qualunque categoria merceologica, il più sostenibile possibile.
Valutare il ciclo di vita di un prodotto non è esattamente un’impresa semplice. Per portare a termine un task simile è infatti necessario identificare, tra le altre cose
- Quali materie prime sono state utilizzate nel processo di produzione e da dove provengono. Per esempio ci si può chiedere su che terreno un prodotto agricolo è cresciuto o che semi e fertilizzanti sono stati usati;
- In che modo sono stati prodotti i beni: quanto riscaldamento, acqua e ventilazione sono stati necessari?;
- In che modo sono stati trasportati i beni oggetto dell’assessment? In camion, treno o aereo?
L’importanza dell’assessment
Nell’ambito della ricerca e sviluppo, emergono sostanzialmente due aspetti molto interessanti per cui può rivelarsi utile effettuare un life cycle assessment. Vediamoli qui di seguito.
La conformità alle normative
Spesso le aziende devono conformarsi alle normative per continuare a fare affari e a crescere da un punto di vista economico. In alcuni paesi, esistono gare d’appalto standardizzate per progetti pubblici, in cui è richiesto alle aziende stesse di rivelare i dati ambientali dei loro prodotti: da qui, quindi, può emergere la necessità di una valutazione del ciclo di vita del prodotto.
Lo sviluppo di nuovi prodotti
I nuovi prodotti dovrebbero essere il più possibile a basse emissioni, sia per politiche aziendali, normative o domande dei consumatori, che per efficienza nell’uso delle risorse aziendali. Ricordiamo inoltre a questo proposito quanto il pubblico mainstream sia oggi sempre più sensibile all’impegno delle aziende produttrici anche da un punto di vista dell’ambiente: uno sviluppo di prodotti sensato e con un occhio di riguardo verso il pianeta Terra contribuirà a migliorare la reputazione aziendale.
Un esempio pratico
2 Be, un importante laboratorio che promuove l’ecoinnovazione, ha in questo senso delineato uno dei tanti scenari possibili relativi ad un life cycle assessment “standard”. La piattaforma ha provato a chiedersi da dove si potrebbe partire se si volesse valutare l’impatto ambientale di un litro di latte in una bottiglia di vetro.
Partiamo dal presupposto che per poter usufruire del latte dobbiamo considerare l’intero ciclo di vita della mucca, che include anche l’alimentazione dell’animale. Anche il mangime, quindi, rientra nell’analisi, così come il trasporto necessario per portarlo alla fattoria. Una volta munto l’animale, il latte viene raccolto, lavorato e imbottigliato. La distribuzione della bevanda, come accade per tutti i prodotti freschi, richiede che la catena del freddo venga mantenuta costante: durante il trasporto e nei punti vendita, è necessario che la refrigerazione sia garantita, con un consumo inevitabile di risorse. Per il latte, la fase di utilizzo finale non viene considerata perché dipende principalmente dal comportamento del singolo consumatore, mentre è certamente fondamentale prendere in considerazione la fase di smaltimento della bottiglia. Per altri prodotti, come computer o aeroplani, la fase d’uso ha un invece peso rilevante.
L’analisi prosegue entrando nel dettaglio delle singole fasi. Per valutare il mangime della mucca, bisogna analizzare l’intero ciclo agricolo, dalla preparazione del terreno alla semina, dalla cura delle piante fino alla crescita e al raccolto. Successivamente, si passa alla fase industriale, che si conclude con il confezionamento e il trasporto.
La mucca al centro di questo esempio rappresenta, a sua volta, un ciclo di vita all’interno di un altro ciclo di vita. È però un caso particolare, poiché fornisce diversi prodotti come latte, carne ma anche il cuoio con cui andranno a produrre capi di abbigliamento e accessori vari. In questo caso, è necessario fare una scelta metodologica su come distribuire l’impatto di questo ciclo tra i vari co-prodotti.
La Valutazione del Ciclo di Vita prende in considerazione anche il packaging. In questo esempio, ci concentriamo solo sulla bottiglia di vetro, ma questa potrebbe avere un’etichetta di carta incollata, che andrebbe inclusa nell’analisi. Inoltre, andrebbero inclusi sia il packaging secondario della bottiglia di vetro vuota sia quello utilizzato per spedire le bottiglie di latte ai punti vendita (ad esempio, le scatole di cartone).
Anche il ciclo di vita del frigorifero che mantiene la nostra bottiglia di latte refrigerata al supermercato è incluso in questa valutazione complessiva. Analogamente, dobbiamo considerare il ciclo di vita di tutti i mezzi di trasporto impiegati nel processo, come la nave che trasporta il mangime alla fattoria o il camion refrigerato che consegna le bottiglie di latte al supermercato.
Proseguendo in questo modo, saranno inclusi l’impianto di pastorizzazione, il magazzino e lo stabilimento di imbottigliamento, così come la fabbrica che produce la bottiglia e altri materiali di imballaggio.
E così via, analizzando ciascun processo e fase con le loro diverse implicazioni.