Ha preso il via in Italia il progetto Life SILENT, cofinanziato dalla Commissione europea, per sviluppare soluzioni sostenibili ed eco-compatibili per mitigare le immissioni sonore prodotte dal traffico stradale e ferroviario in ambienti urbani complessi. Nell’area pilota della Muratella, a Roma, verranno sperimentate pavimentazioni antirumore con materiali riciclati e atossici, provenienti dalle filiere della carta e degli pneumatici esausti, e barriere antirumore basse, anch’esse realizzate con materiali riciclati, per contenere le emissioni sonore del traffico ferroviario.
Sviluppare soluzioni sostenibili ed eco-compatibili per mitigare le immissioni sonore prodotte dal traffico stradale e ferroviario in ambienti urbani complessi. È l’obiettivo del progetto Life SILENT, recentemente partito in Italia con il cofinanziamento della Commissione europea. Le soluzioni prescelte saranno sperimentate a Roma, in un’area pilota alla Muratella nell’XI municipio, attraversata dalla linea ferroviaria Roma-Aeroporto di Fiumicino gestita da RFI e dall’autostrada A91 gestita da Anas, la società del Gruppo FS Italiane che si occupa di infrastrutture stradali.
Anas è infatti coordinatore del progetto, che ha una durata di cinque anni e un costo totale di 2,65 milioni di euro, coperto dalla Commissione europea al 60%. Una sfida necessaria, addirittura urgente, quella di attivare soluzioni di mitigazione del rumore nelle aree più esposte e di procedere a un risanamento sotto questo profilo. Secondo l’Organizzazione mondiale delle sanità, infatti, il rumore è un problema persistente per più della metà della popolazione europea.
Le Linee guida dell’Ufficio regionale dell’Oms per l’Europa
Nelle sue Linee guida sul rumore per la regione europea, l’Oms sottolinea e ammonisce che il rumore eccessivo danneggia gravemente la salute umana e interferisce con le attività quotidiane delle persone. Gli effetti negativi sulla salute fisica e psicologica includono effetti cardiovascolari e metabolici, riduzione delle capacità cognitive nei bambini, forte fastidio e disturbi del sonno.
Le soglie indicate per i livelli di rumore stradale e ferroviario
- Il documento raccomanda vivamente di ridurre i livelli di rumore prodotti dal traffico stradale, per l’esposizione media al di sotto di 53 decibel, e al di sotto di 45 dB durante le ore notturne. Per ridurre gli effetti sulla salute, si raccomanda di ridurre il rumore sia alla fonte che sul percorso tra la fonte e la popolazione interessata, modificando le infrastrutture.
- Per l’esposizione media al rumore ferroviario, la raccomandazione è di ridurre i livelli sotto ai 54 dB, e ai 44 dB di notte. L’indicazione per i responsabili politici è quella di implementare misure che riducano l’esposizione al rumore prodotto dalle ferrovie nella popolazione esposta a livelli superiori ai valori guida. Non ci sono però, scrive l’Oms, prove sufficienti per raccomandare un tipo d’intervento piuttosto che un altro.
In termini di implicazioni per la salute, i livelli di esposizione raccomandati possono essere considerati applicabili in altre regioni e adatti a un pubblico globale. La pubblicazione è del 2018. Da allora, però, le cose non sembrano migliorate. Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente il rumore ambientale è causa di 48.000 nuovi casi di malattie cardiache ischemiche con oltre 12.000 morti premature ogni anno, che si sommano a 22 milioni di persone con irritabilità cronica e 6,5 milioni con disturbi del sonno.
La legislazione sul rumore
Questo, nonostante la legislazione in vigore, peraltro precedente alle Linee guida dell’Ufficio regionale dell’Oms per l’Europa. La direttiva europea sulla determinazione e la gestione del rumore ambientale è del 2002, il suo recepimento in Italia del 2005. Ma, come scrive il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa), “il problema della mitigazione di sorgenti diverse che insistono in maniera concorrente sulla stessa area (quello che viene definito uno scenario complesso) e specialmente all’esterno degli agglomerati non è ancora sufficientemente studiato e normato”.
La nostra legge (decreto legislativo 194/2005) stabilisce che, in presenza di molteplici fonti di rumore, i proprietari e i gestori delle infrastrutture di trasporto devono collaborare alla risoluzione del problema. Il decreto, d’altro canto, non fornisce indicazioni esplicite o linee guida specifiche per la realizzazione degli interventi. Né a livello europeo esistono linee guida o procedure condivise per definire soluzioni a supporto delle autorità coinvolte per il coordinamento delle attività di mitigazione e risanamento.
Come si articola il progetto Life SILENT
Da qui l’importanza di un progetto come Life SILENT, acronimo di Sustainable innovations for long-life environmental noise technologies (Innovazioni sostenibili per tecnologie acustiche ambientali di lunga durata). La ricerca si prefigge lo scopo di mettere a punto nuovi metodi per ridurre i livelli di rumore in ambienti urbani complessi dove coesistono diverse sorgenti di rumore, specialmente infrastrutture stradali e ferroviarie, in aree densamente abitate. Escludendo soluzioni come le barriere tradizionali che possano interferire pesantemente con il contesto urbano sia visivamente che riducendo la circolazione dell’aria e causando un aumento locale della temperatura (soprattutto in estate) e con una bassa accettazione da parte della cittadinanza. Le azioni proposte dal progetto si concentreranno nella messa a punto di misure di mitigazione del rumore che agiscano direttamente “alla sorgente”, come pavimentazioni a basso rumore e rallentatori di velocità per le strade, smorzatori alla rotaia e freni silenziosi per il materiale rotabile.
Gli obbiettivi del progetto Life SILENT
- Incrementare la durabilità delle pavimentazioni antirumore per abbatterne il costo. Questo obiettivo sarà perseguito aggiungendo al bitume fibre di cellulosa funzionalizzate provenienti da materiali di scarto (per esempio tessili e imballaggi) e polverino di gomma da pneumatici fuori uso. Si stima così di ottenere un incremento della durabilità del 20% e una riduzione dei costi di circa il 14%.
- Migliorare le prestazioni acustiche, strutturali e di sicurezza delle barriere basse, attraverso la progettazione e validazione di un prodotto innovativo. La barriera bassa sarà realizzata in gomma riciclata, utilizzando la tecnologia dei metamateriali. Questa tecnologia consente di ottenere elevate prestazioni di assorbimento acustico senza impiegare materiali fibrosi, noti per la loro scarsa durabilità.
- Definire le procedure per gestire e implementare misure di mitigazione sonora in scenari ambientali complessi. Nell’area della Muratella, sarà sviluppata e sperimentata una metodologia operativa per supportare i gestori delle infrastrutture locali nel coordinamento e integrazione delle azioni di mitigazione sonora pianificate, e per la messa a punto di procedure di intervento standardizzati e linee guida per gli interventi in scenari complessi.
Il partenariato coordinato da Anas è costituito da RFI, ITALFERR, CNR, ARPAT, Università degli studi di Bologna, Università degli studi di Reggio Calabria, MOPI – Società italiana per la ricerca applicata e lo sviluppo di nuovi materiali e il Consorzio TEBAID – Consorzio dell’Università di Cosenza per le tecnologie biomediche avanzate. Nell’area pilota della Muratella risiedono circa 155.000 abitanti, sui quali la messa a terra del progetto dovrebbe comportare ricadute positive.