In tempi non sospetti nel vocabolario della sostenibilità è entrato a far parte anche un interessante neologismo, relativo ai cosiddetti “prosumers”. Ma di chi stiamo parlando esattamente? Si tratta di un termine di nuovo conio che unisce le parole producer (produttore) e consumer (consumatore) e che è stato inventato per la prima volta nel 1980 dal futurologo americano Alvin Toffler nel libro The third wave. Oggi, i prosumer sono diventati protagonisti cruciali della transizione energetica, poiché contribuiscono sia a diminuire i consumi sia a generare energia rinnovabile. In che modo? Vediamolo insieme qui più nel dettaglio.
Indice contenuti
- Come diventare prosumer energetici?
- I prosumer nelle Comunità Energetiche rinnovabili
- Le caratteristiche dei prosumer
Come diventare prosumer energetici?
Diventare prosumer e far parte attiva di un cambiamento positivo per l’ambiente è in realtà abbastanza semplice: basterà infatti installare dei piccoli impianti per generare energia da fonti rinnovabili come sole, vento o movimento dell’acqua.
In questo contesto è fondamentale ricordare come tale varietà di fonti sia assolutamente cruciale. Sarebbe infatti un errore pensare che i prosumer utilizzino solo ed esclusivamente pannelli solari per produrre energia, considerate le numerose possibilità a loro disposizione. Tra queste, vale la pena ricordare le mini turbine eoliche, le stazioni di ricarica domestiche per veicoli elettrici, o in generale qualsiasi sistema alternativo che permetta di produrre e consumare energia sostenibile. L’energia generata potrà essere utilizzata direttamente da chi la produce, oppure immessa nella rete elettrica nazionale, dove altri potranno acquistare e utilizzare questa energia.
È un’idea vantaggiosa, sostenuta tra l’altro anche da incentivi economici in numerosi Paesi, che si sono resi conto di quanto questo approccio sia prezioso perché non solo fa sentire le persone parte attiva di una comunità ma anche perché decentralizza l’energia, distribuendola su tutto il territorio. In questo modo, ciascuno di noi potrà sviluppare una maggiore consapevolezza sull’importanza di un uso responsabile dell’energia, con meno sprechi e maggiore rispetto per l’ambiente.
Ma i benefici di questo approccio non finiscono certo qui. Esistono, in effetti, anche tanti vantaggi personali per chi diventa prosumer: chi riesce a risparmiare energia è ovviamente in grado di ricevere delle bollette più basse a fine mese; inoltre, se si produce più energia di quella necessaria al proprio consumo, si può persino essere in grado di generare dei profitti.
I prosumer nelle Comunità Energetiche rinnovabili
Grazie ai prosumer, anche le Comunità Energetiche Rinnovabili (introdotte in Italia dal Decreto Milleproroghe 162/2019) stanno crescendo. Di queste realtà ve ne abbiamo parlato in modo molto approfondito in questa occasione: ci stiamo riferendo a dei gruppi di persone, aziende ma anche enti pubblici che insieme producono, consumano e gestiscono energia attraverso impianti locali, ai quali l’intera comunità può accedere.
I membri di una CER possono quindi essere produttori, autoconsumatori (che producono energia per sé e condividono l’eccedenza) o semplici consumatori di energia rinnovabile.
Le CER offrono indubbi benefici ambientali, economici e sociali, tra cui la riduzione dell’inquinamento atmosferico, la creazione di posti di lavoro e la diminuzione della dipendenza energetica dall’estero, un aspetto particolarmente rilevante per l’Italia. In un contesto in cui solo il 19% del consumo energetico nazionale proviene da fonti rinnovabili, queste comunità rappresentano dunque una strada verso una maggiore indipendenza e sostenibilità.
Per creare una CER, per il resto, è necessario scegliere un’area idonea per gli impianti, formalizzare la comunità con uno statuto e un atto costitutivo, e rispettare i requisiti di potenza degli impianti, che non devono superare 1 MW per accedere alle agevolazioni previste.
Vale la pena ricordare che l’Agenzia europea per l’ambiente (EEA) ha descritto i prosumer come risorse fondamentali sia per il processo di decarbonizzazione sia per raggiungere l’autonomia energetica delle comunità (un obiettivo che l’Unione Europea spera di realizzare entro il 2050). L’organizzazione internazionale di cui fa parte anche il nostro Paese si augura che entro i prossimi 25 anni i prosumer possano produrre la maggior parte dell’energia necessaria per le abitazioni: si tratta di un obiettivo certamente ambizioso, ma non per questo impossibile da trasformare in realtà.
Le caratteristiche dei prosumers
Ogni prosumer “che si rispetti” presenta alcune caratteristiche di base che di norma si ritrovano nella maggior parte di questi individui il cui ruolo, come anticipato, è a metà tra il produttore e il consumatore. Alcun di questi principi valgono sia per i produttori/consumatori di energia sia per tutti quelli che operano in altri settori. Nello specifico:
- Il prosumer interagisce attivamente con l’azienda per differenziarsi in modo netto dai semplici consumatori, fornendo i suoi preziosi feedback mirati nei canali dove è certo che verranno presi in considerazione;
- Prima di acquistare un prodotto o servizio energetico, il prosumer si informa approfonditamente sulle sue caratteristiche, tra cui prezzo e le funzionalità principali;
- Dopo l’acquisto, il prosumer si impegna a fornire un’opinione, spesso condividendo recensioni tramite social network o blog personali;
- Questi soggetti, di norma, portano a termine delle ricerche dettagliate sui prodotti, preferendo non affidarsi solo alle informazioni fornite dai fornitori, ma consultando recensioni online e video dimostrativi;
- Un prosumer di solito acquista solo dopo aver valutato se la sua scelta finale soddisferà effettivamente le sue esigenze.