Grazie ad un progetto di riqualificazione conservativa torna a vivere la camparìa dell’antica tonnara di Favignana. Puntando su arte, cultura ed enogastronomia.
A Favignana torna a vivere la camparìa (“che dà da campare” in dialetto siciliano) ossia gli edifici di fine ‘800 dello stabilimento Florio, utilizzati per costruire e conservare gli strumenti della mattanza, la tradizionale pesca del tonno. L’iniziativa di riaprire la tonnara è stata dell’imprenditore palermitano Fabio Tagliavia che ha recuperato i magazzini e la zona rimessaggio, grazie a un’opera di riqualificazione conservativa in due fasi: la prima si concluderà nel mese di giugno, la seconda nel 2023, con l’apertura degli spazi delle trizzane, che ospiteranno mostre ed eventi che diano voce alle creatività locali.
Al visitatore è offerto un percorso emozionale in un luogo che ha 130 anni di storia sulle spalle. I locali della camparìa erano dedicati alle diverse attività legate alla pesca del tonno, quali la costruzione di reti, la manutenzione e il rimessaggio delle muciare (le imbarcazioni tradizionali). Tutti gli strumenti e le pratiche del mestiere richiedevano ampi spazi, offerti dalle lunghissime e altissime navate della tonnara. Uno sviluppo in altezza che, oltretutto, garantiva un ricircolo d’aria essenziale per lavorare anche con la calura più feroce. Sulle pareti in tufo bianco si leggono le cifre legate all’attività della tonnara, come “1983”, in ricordo dell’annata in cui la pesca del tonno è iniziata a diminuire. Sotto l’edificio c’è la grande cisterna con canalizzazione che, in passato, raccoglieva le acque piovane per il sostentamento idrico e che oggi è possibile ammirare grazie a una parte pavimentata in vetro e illuminata.
All’interno degli ex magazzini oggi si trova una libreria, dove ai volumi dedicati alle vicende dell’isola e dei Florio, si mescolano brand di designer di ispirazione mediterranea e prodotti di cosmesi realizzati con ingredienti naturali come l’olio di oliva di Favignana. Il cortile è stato adibito a zona lounge.
“Punto a costruire un percorso emozionale, ricreando una piccola città nella città dal grande valore storico-culturale – spiega Tagliavia – Questi spazi parlano da soli e, attraversandoli, si respira nel modo più autentico la storia di questo luogo, che oggi rinasce nell’incontro tra persone attraverso la cultura, che sia legata all’archeologia industriale o all’arte o, ancora, alla storia del luogo e dei Florio e, infine, all’enogastronomia, con il tonno e il Marsala”.