Recupero e riqualificazione del patrimonio industriale italiano e europeo, buone pratiche di fruizione turistica e rigenerazione urbana. A Roma, una tre giorni di incontri per riflettere sul valore e l’uso contemporaneo dell’archeologia industriale.
Il recupero del patrimonio industriale come riconoscimento della propria storia e dei valori collegati all’eredità industriale. Come emersione di giacimenti di memoria che aiutano a comprendere meglio l’uomo contemporaneo. Sul valore strategico dei cosiddetti beni di archeologia industriale si rifletterà in occasione della seconda edizione degli Stati Generali del Patrimonio Industriale, organizzata dal 9 all’11 giugno a Roma e a Tivoli dall’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale (Aipai) – che da 25 anni opera per promuoverne la cultura e tutelarne i valori – e dal Dipartimento di Ingegneria civile edile e ambientale dell’Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con l’Istituto Villa Adriana e Villa d’Este (MiC). L’evento è indirizzato a ricercatori, operatori del settore, architetti, ingegneri, urbanisti, economisti, alle associazioni territoriali e a chiunque possa apportare conoscenze, idee e progettualità per il mantenimento e recupero di questo patrimonio.
Dalla storia della fabbrica ai progetti di rigenerazione urbana
Attraverso 11 aree tematiche, la tre giorni organizzata da Aipai offrirà una panoramica ampia sul tema del patrimonio industriale, partendo dalla macchina, perno dell’industria, e allargando lo sguardo a città, territori e paesaggi, studi, strategie e prassi operative. Verranno esaminati casi e buone pratiche legate alla gestione, all’uso o alla nuova vita della fabbrica, delle architetture e delle aree industriali. Passando dal restauro al recupero, al turismo e alle pratiche di rigenerazione finalizzate a realizzare visioni culturalmente compatibili con l’uso contemporaneo del patrimonio. Molto spazio sarà dedicato alla riqualificazione degli edifici dismessi, zone sottoutilizzate o andate incontro ad abbandono. Spazi pubblici e privati, che una volta riqualificati possono dare impulso a progetti più complessi finalizzati a portare nuova vita al tessuto sociale, economico ed occupazionale di un’area urbana e migliorare la qualità della vita delle persone e delle attività che vi risiedono.
Arriva il Comitato Internazionale per la Conservazione del Patrimonio Industriale
I due anni pandemici, i venti di guerra che sconvolgono l’Europa, la crisi economica che i due eventi hanno innescato a livello mondiale, impongono una riflessione sul futuro, sul tipo di sviluppo economico e di qualità della vita che vogliamo perseguire. Sul modello di città in cui vorremmo abitare. E il patrimonio industriale, già oggetto di molti progetti di rigenerazione urbana e di finanziamenti del Pnrr, è elemento vivo di questo dibattito. Gli Stati Generali del Patrimonio Industriale in calendario a giugno ospiteranno la prima sessione europea del Comitato Internazionale per la Conservazione del Patrimonio Industriale, con l’obiettivo di arrivare alla creazione di coordinamenti regionali transnazionali in tema di gestione del patrimonio industriale. Lo si farà attraverso il confronto tra le associazioni europee del patrimonio industriale che alla fine dei lavori presenteranno un memorandum of understanding con indirizzi di tutela, programmi di scopo con obiettivi chiari e risultati determinabili e linee guida per la creazione di partenariati, società miste e per favorire il coinvolgimento dei cittadini.