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Assalto al mare e alle coste italiane: i dati di “Mare Monstrum 2024”

Mare Monstrum 2024
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Mare Monstrum 2024: Reati in forte crescita lungo tutto l’affaccio al mare d’Italia, a partire dall’abusivismo edilizio, in continua e inarrestabile ascesa, e dall’inquinamento del mare per colpa di abbandoni e gestioni illegali di rifiuti e della solita mala depurazione, così come crescono gli illeciti al Codice della navigazione e nella pesca di frodo

Il 5 settembre, anniversario dell’assassinio di Angelo Vassallo (omicidio ancora oggi impunito), il sindaco pescatore di Pollica che ha dedicato la sua vita alla tutela del mare e delle coste del Cilento, Legambiente ha presentato i numeri del nuovo report “Mare Monstrum” sull’aggressione criminale alle coste e al mare del nostro Paese. Un modo tutt’altro che retorico per ricordare l’attualità dell’impegno di Vassallo e l’urgenza nel difendere il mare e le coste dall’assalto dei cosiddetti nuovi pirati.

Numeri in preoccupante crescita

Si legge nel dossier Mare Monstrum 2024, infatti, che “i dati del 2023 sono da codice rosso per coste e mare italiano sotto scacco delle illegalità. Impennata dei reati ambientali, 22.956 quelli accertati, +29,7% rispetto al 2022. Insieme alle violazioni amministrative, la media è di 8,4 illeciti per km di costa, uno ogni 119 metri”. Numeri allarmanti ribaditi anche dal valore delle sanzioni comminate nello stesso arco temporale, superando abbondantemente 302 milioni di euro (302.122.183 euro per la precisione).

Le persone denunciate hanno superato quota 25mila (esattamente 25.545), in aumento del 43% sull’anno precedente. Come sottolineano i curatori del dossier, “cresce, allo stesso tempo, l’efficacia dell’azione repressiva, come dimostra il numero di persone arrestate (204, +98,1% rispetto al 2022) e quello dei sequestri, pari a 4.026, in crescita del 22,8% sul 2022”.

La mappa dei reati riportati in Mare Monstrum 2024

Un reato su due (50,3%) si concentra nelle 4 regioni a tradizionale presenza mafiosa, Campania (3.095 illeciti penali), Sicilia (3.061), Puglia (3.016) e Calabria (2.371), che guidano nell’ordine, come numeri assoluti, la classifica regionale, seguite dal Lazio (1.529 reati) e dalla Toscana (1.516). Nelle prime dieci regioni figurano Sardegna, Veneto, Liguria e Marche. Proprio questa regione è, invece, la prima come numero di illeciti complessivi (reati e violazioni amministrative) per km di costa (38,9), seguita da Friuli-Venezia Giulia (31,9 illeciti per km) e Basilicata (30,9).

Le principali attività ecocriminali rilevate in Mare Monstrum 2024

Un’enormità di illeciti ovunque ci sia un affaccio sul mare, portati alla luce dal lavoro di tutte le forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto, che dovrebbe spingere a un impegno ancora più forte da parte delle istituzioni e dello stesso tessuto sociale, considerato che si sta erodendo un poco alla volta una delle principali risorse di bellezza e di economia del nostro territorio.

Il cemento costiero

L’assalto principale avviene per colpa di betoniere e ruspe, laddove il ciclo illegale del cemento costiero (dall’abusivismo edilizio alle occupazioni illecite del demanio marittimo fino alle cave fuorilegge), da solo, con oltre 10 mila reati (per l’esattezza 10.257) fa il 45% del totale accertato lo scorso anno.

La Regione che fa peggio in questo campo è la Campania, che con 1.531 reati accertati ha i numeri più alti, quasi il 15% sul totale nazionale, +21,4% rispetto al 2022, così come di denunce, ben 1.710. Segue la Puglia, con 1.442 reati, la Sicilia (1.180) e la Calabria (1.046). Quinto posto per la Toscana (794), seguita dal Veneto, con 705 reati (+ 28,6% in un solo anno), che scavalca quest’anno il Lazio (617 reati). La Sardegna sale dal 15° al decimo posto, con 406 reati (+172,5% sul 2022), ma è anche la Regione con più arresti (7) e la prima per valore delle sanzioni, superando abbondantemente i 7,6 milioni di euro.

Il ciclo illegale di rifiuti

Numeri da urlo anche per il ciclo illegale dei rifiuti (comprendendo l’abbandono e gli smaltimenti illegali di rifiuti, gli scarichi in mare e la cattiva depurazione), che con 6.372 reati copre quasi il 28% dell’azione repressiva, poi la pesca illegale (4.268 reati, quasi il 19% del totale), per chiudere con le violazioni al codice della navigazione e della nautica da diporto, dove si sono contati altri 2.059 illeciti (quasi il 9%), principalmente in Sicilia (306 illeciti penali), seguita da Campania (281 illeciti) e dalla Sardegna (271).

La pesca di frodo rilevata da Mare Monstrum 2024

Da sottolineare che nella pesca di frodo, in termini assoluti si contraddistingue particolarmente la Sicilia, 1.872 infrazioni, seguita da Puglia (1.264), Lazio (824) e Liguria (809), mentre in rapporto ai chilometri di costa balza al primo posto l’Abruzzo con circa 5,5 illeciti per km, seguito dall’Emilia-Romagna con 4,7 illeciti, dal Veneto, con 3,6 illeciti per km di costa e dal Molise, con 3 reati ed illeciti amministrativi per km di costa.

I commenti di Legambiente

Per Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, serve ribadire ancora una volta “l’esigenza di rafforzare il ruolo e le attività di competenza di tutte le istituzioni coinvolte, dai singoli Comuni alle Regioni e alle ARPA, dal Parlamento al governo”. Tra le priorità, continua Ciafani, “bisogna potenziare l’attività di demolizione abbattendo degli immobili abusivi, e non prevedendo nuovi condoni, ammodernare e completare il sistema fognario di fognature e depuratori, potenziare l’economia circolare e prevedere sanzioni più severe per la pesca illegale”.

“Il ciclo illegale del cemento – continua Enrico Fontana, responsabile Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente – rappresenta la quota più significativa dei reati ambientali analizzati anche in questa edizione di Mare Monstrum, a causa, principalmente, della miriade di abusi edilizi che continuano a sfregiare l’Italia. Un fenomeno devastante per lo sviluppo sociale, ambientale ed economico dell’intero Paese, che colpisce principalmente il Sud, in particolare le regioni a tradizionale insediamento mafioso, e le aree costiere, le perle estive del Belpaese e su cui bisogna intervenire con una mano decisa e con abbattimenti non più rimandabili. L’abusivismo edilizio lungo le coste, inoltre, fa da moltiplicatore dei fenomeni d’inquinamento, a causa degli scarichi diretti in mare degli immobili costruiti illegalmente”.

Le proposte di Legambiente

A chiusura del cerchio, Legambiente fa un elenco di dieci proposte concrete ai decisori politici:

  1. Ripristinare l’efficacia dell’art. 10bis della legge 120/2020 che affida ai Prefetti il compito di demolire le costruzioni abusive oggetto di ordinanze di abbattimento emesse ma non eseguite dai Comuni;
  2. Prevedere il finanziamento con 100 milioni di euro l’anno del Fondo di rotazione istituito presso la Cassa depositi e prestiti a favore dei Comuni che eseguono le ordinanze di demolizione e lo stanziamento di 50 milioni di euro l’anno destinati alle procure della Repubblica, alle procure Generali e alle Prefetture per l’esecuzione delle sentenze di condanna in materia di abusivismo edilizio;
  3. Rafforzare l’attività di contrasto delle occupazioni abusive del demanio marittimo, al fine di ripristinare la legalità, garantirne, dove possibile, la fruizione pubblica e tutelarne l’integrità, anche dal punto di vista ambientale;
  4. Prevedere sanzioni penali adeguate per i dirigenti comunali che omettono di adottare i provvedimenti sanzionatori previsti nei casi di abusivismo edilizio e per i funzionari delle aziende erogatrici di servizi che stipulano contratti, in violazione della normativa vigente, con proprietari di immobili costruiti illegalmente;
  5. Rilanciare a livello nazionale e su scala locale la costruzione e l’adeguamento e/o messa in regola dei sistemi fognari e di depurazione, migliorando in generale l’intero sistema di gestione, integrando il ciclo idrico (collettamento fognario e depurazione) con quello dei rifiuti (gestione fanghi di depurazione);
  6. Efficientare la depurazione delle acque reflue, valorizzandole come risorsa e permettendone il completo riutilizzo in settori strategici come l’agricoltura;
  7. Dare piena attuazione alla normativa di recepimento della Direttiva 2019/883 relativa agli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi e regolamentare in maniera stringente lo scarico in mare dei rifiuti liquidi (acque nere ed acque grigie, acque di sentina, ecc.);
  8. Promuovere politiche attive e misure per la prevenzione nella produzione e per la lotta all’abbandono e la dispersione dei rifiuti;
  9. Migliorare e rendere più efficienti i controlli delle Agenzie regionali di protezione ambientale messe in rete nel Sistema Nazionale di protezione ambientale coordinato da Ispra (SNPA);
  10. Adottare adeguati interventi normativi con sanzioni efficaci contro la pesca illegale, non dichiarata e non documentata (INN), così da assicurare l’effettiva tutela delle specie pescate e dell’ecosistema marino.

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