La riqualificazione dell’area industriale di Poblenou è uno dei progetti di rigenerazione urbana e di tutela del patrimonio industriale più riusciti in Europa
Da “Manchester catalana” come era soprannominata negli anni ’60 del secolo scorso, con le sue industrie e l’attivismo politico dei lavoratori, a polo tecnologico con aziende innovative dell’ICT. Questo il destino dell’ex zona industriale di Poblenou di Barcellona, nel quartiere San Martì, dopo che nel 2000 è stata interessata da uno dei più grandi progetti di riqualificazione urbana europei. Il nuovo distretto produttivo è oggi noto come “22@Barcelona” o Districte de la innovació ed è nato dalla trasformazione di 200 ettari di terreno che ospitarono il cuore della rivoluzione industriale catalana. Per superare la specializzazione industriale dell’area, è stato applicato un modello urbano misto che favorisse la coesione sociale e uno sviluppo urbano ed economico equilibrato e sostenibile. Allo sviluppo produttivo si è affiancato quello abitativo, con la realizzazione di un buon numero di alloggi sociali e numerose aree verdi. Inoltre, il progetto ha abbinato conservazione e tutela allo sviluppo dell’innovazione, con un Piano di protezione del patrimonio industriale del quartiere.
Dalla rivoluzione industriale all’innovazione sostenibile
Cuore produttivo di Barcellona e della Catalogna, negli ultimi decenni del secolo scorso il distretto di Poblenou è andato incontro ad una progressiva deindustrializzazione, con il conseguente aumento della disoccupazione e del degrado urbano. A dare un impulso decisivo al progetto di rinascita di Poblenou sono stati i Giochi olimpici svoltisi a Barcellona nel 1992: per l’evento sono aumentati i collegamenti col centro cittadino, l’aeroporto e il porto. Proprio questi collegamenti sono stati l’humus per il futuro sviluppo dell’area. Nel luglio 2000, dopo un confronto pubblico, il Consiglio comunale ha modificato il Piano regolatore metropolitano per favorire la ristrutturazione dell’area industriale di Poblenou, il cosiddetto “Piano 22@”, e creato la società municipale “22 ARROBA”, responsabile della supervisione del progetto, della sua gestione e promozione. Dopo dieci anni dall’avvio del progetto, sostenuto con oltre 180 milioni di euro di finanziamenti pubblici, 22@Barcelona contava oltre 83mila locali commerciali (+42% rispetto al 2002) e 4.500 nuove società circa, la metà delle quali start-up, si erano trasferite nel distretto. Tra queste, Yahoo!, Mediapro, Microsoft, Sanofi-Aventis, Groupalia. E un terzo di quelle aziende erano aziende tecnologiche o basate sulla conoscenza. Inoltre, gli addetti erano aumentati del 625% (pari a 56mila posti di lavoro) e la popolazione del 22% (da 73.464 abitanti a 90.214). Oggi, dopo 20 anni dall’avvio del progetto, gran parte degli edifici sono destinati ad attività produttive innovative, minore la quota di alloggi e servizi, ma la maggior parte degli obiettivi di sviluppo dell’area sono stati raggiunti. Un nuovo Piano urbanistico approvato a settembre 2020 ha fissato criteri obbligatori di sostenibilità per edifici e spazi pubblici, introducendo anche il programma dei corridoi verdi.